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Rubrica di Emanuela Medi
 

E la ricerca? L’accordo sul Recovery Fund delude il mondo della scienza

Le voci più critiche alle decisioni del Consiglio europeo annnunciate lo scorso 21 luglio provengono dal mondo della ricerca, fortemente e paradossalmente penalizzato nella distribuzione delle risorse per la ripartenza europea dopo l’emergenza Covid. Su questo tema si giocheranno le prossime partite tra le diverse istituzioni europee e si preannunciano nuovi di bracci di ferro. Sì, perché a molti parlamentari, il taglio dei fondi alla ricerca non è andato giù.

«Alcuni tagli sono ingiustificabili – ha commentato David Sassoli presidente del Parlamento europeo in conferenza stampa. Se vogliamo scommettere sulle nuove generazioni non possiamo tagliare le risorse del bilancio per la ricerca, i giovani, Erasmus», ha detto Sassoli. Il Parlamento europeo può mettere l’ultima parola solo sulla parte del Qfp e non del recovery fund che è un accordo intergovernativo la cui valutazione non rientra nelle sue prerogative.. I finanziamenti sono così suddivisi: 390 miliardi a fondo perduto (grants) e 360 miliardi in prestito (loans).Nelle tasche della ricerca scientifica però è arrivato ben poco.

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Il programma di ricerca di punta dell’Ue, Horizon 2020, riceve un budget di 80,9 miliardi di euro, significativamente inferiore alla proposta di 94,4 miliardi di euro presentata dalla Commissione europea lo scorso maggio. Ma gli fanno compagnia altri programmi ugualmente penalizzati, come Eu4Health, InvestEu, Erasmus. «Si tratta di un accordo di bilancio molto miope sulla ricerca e l’innovazione, di cui ovviamente l’UE si pentirà in futuro», ha dichiarato Kurt Deketelaere, segretario generale della League of European Research Universities (LERU), in una nota.HORIZON E GLI ALTRI Nonostante l’importanza che ha dimostrato durante la pandemia, la scienza evidentemente non è tra le priorità della politica europea in questo momento.Il programma Horizon 2020 nato per sostenere la ricerca e l’innovazione ha subito un taglio di 13,5 miliardi di euro rispetto alla proposta della Commissione con un piccolo incentivo di 5miliardi di euro proveniente dal recovery fund (doveva essere di 13).

Paradossalmente anche il programma EU4Health, il progetto lanciato “per un’Unione europea più sicura e più sana” ha intascato 7,7 miliardi in meno di quelli proposti a maggio in piena emergenza Covid (scendendo da 9 a 1,67 miliardi di euro). La drastica riduzione è emblematica della volontà di privilegiare i piani nazionali di salute sui programmi comunitari, una linea politica condivisa dalla maggior parte dei 27 Paesi membri che non vedono di buon occhio le incursioni europee nella gestione sanitaria. Il budget di InvestEU, un programma per la crescita economica, l’innovazione e lo sviluppo di infrastrutture sostenibili è stato tagliato di 6,9 miliardi .Il celebre programma universitario Erasmus ha visto una riduzione di 5 miliardi rispetto alle previsioni di budget iniziali. E, infine, il programma Digital Europe, nato per incentivare la tecnologia digitale, ha concluso la trattativa con tre miliardi in meno rispetto alla proposta della Commissione (6,7 miliardi di euro invece che 8, 19). LE REAZIONI DEL MONDO SCIENTIFICO.

Questo accordo sancirà il ritardo dell’Europa rispetto ai suoi concorrenti nel mondo in Asia e negli Stati Uniti» afferma Christian Ehler, portavoce del Parlamento europeo in ricerca e sviluppo, innovazione, industria ed energia. «Proprio in un momento in cui i politici e i cittadini guardano alla scienza per trovare una soluzione alla crisi COVID-19, i principali leader europei decidono di tagliare il budget per la ricerca: quanto è folle?» ha dichiarato Marta Agostinho, coordinatrice di EU-Life, un network di14 istituti di ricerca sulle scienze della vita. Kurt Deketelaere, a capo della League of European Research Universities, è tra le voci più critiche: «Questo budget è una grande delusione per la comunità di ricerca e innovazione dell’UE e una violazione della fiducia tra il mondo accademico e quello politico».Il parlamentare europeo romeno Dan Nica tra i padri del progetto Horizon ha calcolato le conseguenze dei tagli: «Quando ho visto le cifre, ho visto 22.500 ricercatori in meno sostenuti, una perdita di 400 brevetti per 110 invenzioni e una perdita di 220 studi clinici»

Emanuela Medi, giornalista (Fonte Health Desk)

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.