a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
 

Emilia Romagna: la regione dalle doppie eccellenze

La via Emilia nota come SS9 percorre l’Emilia-Romagna attraverso un percorso di oltre trecento chilometri ricco di bellezze paesaggistiche e sapori tradizionali. Varcato il Po che divide in due la regione il primo territorio che si incontra è il piacentino; ricco di campagne e vigneti qui si respirano le tradizioni dell’arte norcina, tre le DOP rappresentative il Salame la Coppa e la Pancetta Piacentina.

Caposaldo delle ricette in tavola i turtéi: tortelli di pasta all’uovo ripiena di ricotta, spinaci e Grana Padano, serviti con burro e salvia, funghi porcini o al pomodoro che si abbinano perfettamente al Gutturnio, uno tra i primi vini in Italia ad ottenere la Doc. Ottenuto da un blend di uve Barbera (dal 55% al 70%) e Croatina (dal 30 al 45%), chiamata localmente Bonarda, è diffuso in versione frizzante e ferma; si presenta color rosso rubino espressivo di note fruttate e floreali, fresco, vinoso e di buona struttura.

emilia romagna

Lasciando le vallate piacentine si arriva nel parmense dove posto d’onore è riservato al Prosciutto di Parma, assieme al pregiatissimo Culatello di Zibello DOP e il Parmigiano Reggiano DOP, che da disciplinare può essere prodotto solamente nelle province di Parma, Modena e Reggio Emilia. Questa è la patria del Lambrusco che spumoso e fruttato scorre nelle 4 DOC Lambrusco di Sorbara, (almeno 40% varietà Salamino), Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, il Lambrusco Salamino di Santa Croce e il Lambrusco di Modena.  A Reggio Emilia è diffuso il Lambrusco Reggiano DOC (da varietà Salamino, Sorbara, Maestri, Marani, Montericco e Grasparossa di Castelvetro), il Lambrusco DOC Colli di Scandiano e di Canossa, (Grasparossa e Montericco). A Parma è diffuso il Lambrusco Colli di Parma DOP (almeno l’85% varietà Maestri.)

A Reggio Emilia e Modena altra specialità è il mosto cotto d’uva fermentato e invecchiato in botti almeno dodici anni da cui si ricava “l’Aceto Balsamico Tradizionale DOP”, eccellenza tutelata da omonimo consorzio; ottimo degustarne qualche goccia su scaglie di Parmigiano Reggiano DOP. Strada facendo si arriva a Bologna dove regna il tortellino in brodo ricetta depositata alla Camera di Commercio dell’Industria e dell’Artigianato nel 1974. Tra le specialità ci sono anche il ragù alla bolognese ottimo condimento per la pasta all’uovo, come le tagliatelle, la Mortadella IGP e la Patata divenuta DOP nel 2010.

Appena fuori le mura cittadine nel 1987 nacque la prima Docg d’Italia “Albana di Romagna” dall’omonima uva, chiamata anche “pagadebit” per l’incredibile resistenza alle avversità quindi grande fonte di reddito per i contadini. L’Albana si vinifica nelle tipologie Secco, Dolce, Passito e Spumante; un’ottima occasione per degustare questo vino è la rassegna enogastronomica “Albana Dei “che si tiene ogni estate nel comune di Bertinoro (FC). Arrivati a sud si incontrano le città di Imola e Faenza dove tra i frutteti è famosa la pesca Nettarina IGP, succosa e zuccherina e il borgo medioevale di Brisighella regala il nome all’oliva, cultivar dell’Olio Extravergine DOP di Brisighella aromatico e profumato.

Proseguendo tra le colline si arriva nella patria della piadina in dialetto “piada”, riconosciuta Igp nel 2013 nella provincia di Forlì-Cesena; nata dalla tradizione contadina quando il pane era un lusso oggi è tra le specialità più apprezzate della regione. A base di farina, acqua, sale e strutto viene tipicamente servita con prosciutto crudo, Squacquerone di Romagna DOP e rucola. Romagna è sinonimo anche di Sangiovese, uno dei vini DOC più diffusi in Italia che prende il nome da “sanguis jovis” ovvero sangue di Giove, un monte che si trova a Sant’Angelo di Romagna.

La Doc Romagna Sangiovese è presente da secoli nelle categorie Novello, Superiore e Riserva con varietà Sangiovese contenuta al minimo per l’85%. I vini che si ottengono sono di color rubino- violaceo con bouquet piuttosto floreale di viola e fruttato di mora, dal sapore secco e deciso, con tannini setosi ed equilibrati. Struttura ed eleganza sono i segni distintivi di questo terroir. E dopo tutte queste meraviglie Vinosano parla di voi:

Azienda agricola Paltrinieri sita nella storica zona del Cristo di Sorbara in provincia di Modena è impegnata da 4 generazioni nella produzione del Lambrusco. Alberto Paltrinieri gestisce la cantina fondata nel 1926 e produce vino (assieme agli enologi Attilio Pagli e Leonardo Conti e l’agronomo Stefano Dini) utilizzando le uve provenienti dai 17 ettari di vigneto siti tra le pianure sabbiose e fertili dei fiumi Secchia e Panaro.  Le principali etichette della cantina curate da Fabrizio Loschi sono ispirate alla pittura di Giorgio Morandi.

Degustazione: 

Radice 2018 Lambrusco di Sorbara DOC 100% Alc 12%

Vigna del Cristo terreno fresco e limoso vendemmia a metà settembre, pigiatura soffice, vinificazione in bianco, fermentazione alcolica e rifermentazione in bottiglia con lieviti autoctoni. Imbottigliamento a Marzo. Color rosa antico dalle sfumature aranciate. Il perlage è fine e compatto. Bouquet ampio di melograno, roselline selvatiche e ribes. Il sorso fragrante è secco corredato da note agrumate e minerali. Persiste con una scia sapida e accenni floreali. Ideale con salumi. Da provare ricetta di gnocco fritto con salumi.

Lambrusco di Sorbara Leclisse 2019 Rosso DOC Frizzante 100% Alc 11%

Vigna del Cristo terreno fresco e limoso vendemmia a metà settembre, pigiatura soffice, vinificazione in bianco, fermentazione alcolica e rifermentazione di 3 mesi con Metodo Martinotti. Rosa tenue dalla spuma vivace e prolungata. Ampi aromi di frutti di bosco, pompelmo rosa, e note chinate. Cremoso al palato è sorretto da un’acidità vibrante. Piacevole la sapidità rilascia accenni balsamici e speziati. Ottimo con Parmigiano reggiano di media stagionatura.

Solco 2019 Rosso dell’Emilia IGT Semisecco Frizzante Lambrusco Salamino 100% Alc 11 %

Vigneti della storica “zona del Cristo” con vendemmia a metà settembre. Macerazione a contatto con le bucce per 2 giorni, poi rifermentazione in acciaio secondo il metodo Charmat o Martinotti. Rosso violaceo con perlage fine e piuttosto fitto. Olfatto di ciliegia e amarena matura seguito da rosa rossa e violette di bosco. Vinoso e croccante il sorso è leggermente abboccato e corredato da piacevole sfumatura erbacea. Buona sapidità e persistenza. Abbinamento con ciambella secca

Ilaria Martinelli, Master Sommelier

Tag degli articoli
Condividi sui social network
Scritto da

Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.