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Rubrica di Emanuela Medi
 

Esiste il brodo di giuggiole?

Si, e si trova ad Arquà Petrarca, piccolo paese dei Colli  Euganei a pochi chilometri da Parma. In questo paese si coltiva il” giuggiolo” un alberello dai rami contorti che i Veneziani importarono dall’Oriente. Ancora oggi alla metà di ottobre viene celebrata la festa del giuggiolo per la  completa maturazione dei suoi frutti dalla polpa dolce di colore biancastro, grandi come un’oliva e all’esterno di colore rosso bruno . Gli abitanti dei Colli Euganei hanno creato un liquore dall’ottimo sapore che hanno battezzato con il nome” brodo”, da qui il temine” brodo di giuggiole” a significare bevanda piacevole che manda in solluchero. Gli abitanti di Arquà hanno fatto di più aggiungendo mele cotogne, uve, melograno e frutti di fine autunno per creare dolci, confetture  cioccolatini ..Alcuni dicono che il successo di questo liquore creato dalle giuggiole macerate mescolate con altri frutti( il brodo) derivasse dal fatto che in passato  venivano aggiunti degli oppiacei..

Che il giuggiolo abbia una storia antica ce lo dice Erodoto che ne parla facendo assomigliare per dolcezza i suoi frutti ai datteri. Nei Paesi Arabi le giuggiole venivano utilizzate per combattere l’insonnia e anche guaritori greci e fenici ne facevano uso per decotti arricchiti da datteri e fichi secchi fino al cinquecento quando  molti medicamenti erano a base di giuggiole. Insomma un albero delicato, raro certamente particolare per biodiversità. Dai frutti..be lo dice il brodo.

Fonte: ” la storia di ciò che mangiamo” di Renzo Pellati

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.