CI siamo, come ogni anno è giunto il periodo della vendemmia, che si sta effettuando proprio durante queste settimane, e che vedrà una produzione di poco più bassa rispetto a quella record dello scorso anno, ma comunque buona. Parliamo di un volume di circa 46 milioni di ettolitri contro i 55 dello scorso anno (-16%). I dati sono forniti dalla collaborazione, per la prima volta, da Unione Italiana Vini, Assoenologi e Ismea. Bene anche le esportazioni di vino italiano, che fanno registrare una crescita dell’11% a volume e del 5,5% sui prezzi.
Anche quest’anno la vendemmia più produttiva d’Italia si registra in Veneto, prima in classifica con i suoi 11,2 milioni di ettolitri, seguita poi dalla Puglia, la cui vendemmia è stimata sugli 8 milioni di ettolitri e dall’Emilia Romagna, con i suoi 7,5 milioni di ettolitri. A seguire troviamo Sicilia, Abruzzo, Toscana e Piemonte.
Anche quest’anno dunque l’Italia dovrebbe mantenere la propria leadership produttiva grazie ai suoi 46 milioni di ettolitri contro i 43,4 stimati per la Francia ed i 40 stimati in Spagna dai relativi ministeri dell’agricoltura.
Una parte di questo ottimo risultato, seppur in lieve calo in termini numerici, è da attribuire alle Cooperative ed ai Consorzi del mondo del vino italiano, un segmento significativo capace di portare 480 cantine a produrre il 58% del vino italiano, ed a permetterle di fatturare un terzo dell’intero export nostrano (2 miliardi su 6,2).
Tornando ai dati, gli esperti impuntano al clima meno favorevole il lieve calo produttivo del 2019: durante l’inverno si sono registrate temperature sopra soglia media, trend che si è protratto anche nei mesi di marzo ed aprile, mentre a maggio è stata registrato un brusco capovolgimento di fronte, con temperature molto basse e forti precipitazioni. Pochi invece gli attacchi di parassiti e malattie ai vigneti, e buone le escursioni termiche tra giorno e notte.
Tutto questo ha favorito un risultato tutto sommato buono, che permette all’Italia di guardare al futuro con positività.