Fauna selvatica, sembrava scomparsa e invece è tornata a crescere: 2 milioni di cinghiali sono ormai il nemico più agguerrito, seguono i cervi, i caprioli, c’è poi il lupo, storni e cornacchie e i corvidi come , gazze e corvi.. insomma non c’è pace per gli agricoltori.
Ma andiamo ai numeri: secondo i dati Cia-agricoltori italiani i cinghiali sono responsabili dell’80% dei danni alle colture di cui si cibano, ma anche del protrarsi della peste suina in Sardegna ,nonché causa di incidenti stradali. Ci sono poi i cervi passati da70.000 a oltre 200.00 e caprioli che con le loro unghie scortecciano giovani piante e si cibano di erba medica, grano e orzo. Certo il lupo moltiplicatosi nelle Alpi e negli Appennini non è da meno: specie protetta perché in estinzione è causa di molteplici danni in particolare per gli allevatori che devono installare recinzioni e ricoveri notturni a salvaguardia degli animali. Non c’è pace per gli agricoltori tra storni cornacchie avide di ciliegie, susine, frumento e girasole tanto che la regione Puglia segnala un danno agli oliveti tra il 30% e il 60%. Basta specie protette in via di estinzione dicono gli agricoltori che chiedono una modifica alla legge attuale
( fonte Agro notizie)