Festa dei lavoratori amara ,” traditi dallo stato e dalle banche”: la nota di Fipe( Federazione Pubblici Esercizi) che in occasione del 1° maggio rimarca la difficile situazione in cui versano imprenditori e dipendenti del settore della ristorazione e dei fuori casa, costretti a rimanere chiusi per un altro mese. Solo 40 imprese in Lombardia- rimarca la nota- hanno ricevuto i fondi da distribuire ai dipendenti.
Un 1 maggio che molti ricorderanno: alcuni dati, secondo l’ultima stima dell’Istat sono ferme due terzi delle industrie che dovrebbero gradualmente ripartire e in alcune zone del pase sono ripartite ma l’Istat il 22 aprile ha fornito una memoria scritta alla Commissione industria, commercio e turismo del Senato nella quale si evidenzia che i provvedimenti di chiusura hanno riguardato in maniera più pervasiva l’industria: quasi i due terzi delle imprese industriali, che rappresentano il 46,8% del fatturato e il 53,2% del valore aggiunto del macrosettore, hanno dovuto sospendere la propria attività.
Allo stesso tempo, nel terziario l’incidenza delle imprese che operano in comparti la cui attività è interrotta è del 43,8%, il 37,2% in termini di fatturato e il 29,9% in termini di valore aggiunto. La sospensione incide in misura maggiore nel comparto industriale anche dal punto di vista occupazionale. Ma quanti sono quelli che continuano a lavorare? Secondo l’Istat sono 15 milioni e 434mila le persone che lavorano perché impegnate nelle attività che possono proseguire, gli altri, 7 milioni e 926mila occupati, sono impegnati in settori dichiarati sospesi dal decreto e ripartiranno come quello dei trasporti e del magazzinaggio con 1.143.000 occupati. E come se non bastasse- sempre dati Istat- il Pil ha avuto una contrazione nel primo quadrimestre 2020 pari al 4,7%, sempre meglio di Francia e Spagna.
I dati si riferiscono al: 2018-2019
Fonte dati: Istat
Fonte articolo: truenumbers.it