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Rubrica di Emanuela Medi
 

Fillossera scomparsa? Tornano i danni

Dopo la comprensione del valore  del portainnesti di vite americana , la filossera che aveva praticamente distrutto a metà ottocento  gran parte della viticoltura europea,, ora ritorna e in grande stile . Ricordiamo come il problema allora fu superato innestando le varietà autoctone europee su vite americana, tollerante agli attacchi di questo afide.

Si pensava debellata e invece come riporta in un ampio articolo Tommaso Cinquemani su AgroNotizie “in numerose regioni  si segnalano casi di attacchi di fillossera sulle foglie di vite con la formazione di galle che indeboliscono le piante e hanno ripercussioni, anche pesanti, sulla produttività e sulla qualità delle uve.”

Fu necessario ai tempi della pandemia da fillossera  rinnovare tutte le vigne con portainnesti di vite americana, resistente alle punture dell’insetto.  Cosa sta succedendo in molte regioni italiane? “Ultimamente  si sono moltiplicate le segnalazioni di agricoltori che lamentano attacchi più o meno severi all’apparato fogliare delle viti con la formazione di galle e lo sviluppo di diverse generazioni di fillossera che interessano la chioma delle viti”, spiega  Patrizia Sacchetti, professoressa di Entomologia presso l’Università di Firenze, che dal 2017 lavora su questo argomento anche dietro richiesta del Servizio fitosanitario della Regione Toscana.( Fonte Agronotizie)

“La nostra ricerca è volta prima di tutto a comprendere perché la fillossera, che in Europa non ha rappresentato una minaccia da quando è stato introdotto il piede americano, oggi sia invece tornata ad essere un problema.Ci sono due possibili scenari: che sia cambiato l’insetto stesso oppure che siano mutate le condizioni di contorno, prima fra tutte la genetica della vite”, sottolinea Sacchetti.

E’ probabile quindi  che l’insetto ha subito delle mutazioni e popolazioni in grado di formare galle sulle foglie ,
le nuove popolazioni possono essere state selezionate a causa di un cambiamento nella strategia di difesa della vite, dall’abbandono dei vigneti, dal mancato controllo dei ricacci da piede americano come dai cambiamenti climatici. La seconda causa può essere legata alla genetica stessa della vite“Il continuo lavoro di miglioramento genetico può avere portato alla selezione di varietà dotate di una minore resistenza alle punture di fillossera”, sottolinea Sacchetti.

Un problema nuovo non ancora affrontato  e condiviso dai  viticoltori : oggi l’unica soluzione che sembra essere efficace è l’utilizzo di insetticidi, che tuttavia a causa anche del numero limitato di trattamenti consentiti non risultano essere risolutive per il controllo del patogeno.“Sfortunatamente l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di coronavirus ci ha impedito di portare avanti le sperimentazioni in campo che avevamo in programma”, sottolinea Sacchetti. 

“I nostri sforzi, come quelli di altri ricercatori, sono infatti orientati alla ricerca di un metodo efficace di difesa nonché alla comprensione delle dinamiche che hanno portato alla comparsa in Europa di questo nuovo problema”.

(Fonte AgroNotizie)

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