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Rubrica di Emanuela Medi
 

Furti in agricoltura: un fenomeno in crescita

Prodotti della terra, bestiame, impianti di irrigazione, trattori, rame dagli impianti elettrici: è il triste elenco delle cose più rubate in campagna, un fenomeno in aumento negli ultimi anni, che sta diventando una vera piaga per l’intero settore.

A compiere i furti non più semplici “ladri di galline” ma vere e proprie organizzazioni di criminalità organizzata, con radici in tutta Italia ed un fatturato medio stimato di circa 300 milioni di euro. E’ quanto emerge dallo studio “Agromafie – 6° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia”, edito da Minerva, e frutto del lavoro dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, di Coldiretti ed Eurispes.

Le ruberie non risparmiano  nulla: tra i più gravi  furti figurano senza dubbio quelli di bestiame, di cui si stimano circa 150 mila capi rubati ogni anno, in prevalenza bovini e suini, ma anche cavalli, pecore ed agnelli. I furti di bestiame hanno come unico fine quello della macellazione clandestina, che chiaramente avviene in maniera del tutto fuorilegge, con la carne che poi finisce sul mercato nero. Fenomeno grave anche perché, in genere, le organizzazioni prediligono furti non di singoli animali ma di intere mandrie, rendendo l’atto fortemente dannoso per chi lo subisce.

Ci sono poi i furti di trattori di ogni genere, caricati direttamente su automezzi di grandi dimensioni, generalmente di notte, e fatti sparire, ed i furti dei prodotti  della terra, anch’essi effettuati nottetempo con i ladri che si introducono nei fondi agricoli e fanno razzia di ortaggi, frutta ed olive, procurando anche ingenti danni alle piante, colpite con spranghe metalliche o avvolte da grandi reti, utili per raccogliere molto prodotto in poco tempo.

Secondo il Rapporto, fino a non molti anni fa il fenomeno dei furti nelle campagne era localizzato soprattutto nelle regioni dove storicamente sono nati e si sono radicati i fenomeni a carattere mafioso: Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Ma qualcosa è cambiato in peggio : “Oggi tutto il territorio agricolo nazionale sta vivendo un’escalation di criminalità per cui a cadere vittime dei furti sono tutti gli agricoltori dal Nord al Sud del paese“.

A disposizione delle aziende produttrici vi è qualche strumento che può, in minima parte, contrastare il fenomeno, come foto trappole a portata di targa che scattano quando un automezzo esce dalla proprietà, o come gli antifurti satellitare con GPS, in grado di tracciare gli spostamenti dei mezzi. Diffuse anche le “ronde notturne” nei periodi di raccolta, e gruppi WhatsApp dove i partecipanti segnalano in tempo reale auto o persone sospette.

Claudio Chiricolo

Fonte: Agronotizie.it

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