Circa 10 anni fa, in un film d’animazione, il robottino Wall-E trovava una piantina su una Terra apparentemente morta. Oggi, nella vita reale, sono diversi i robot che iniziano a prendersi cura delle colture in giro per il mondo.
Non più solo frutto della fantasia, i robot agricoli (o agri robot o AgBot) vanno in aiuto dell’uomo nei lavori più pesanti o ripetitivi aumentando inoltre, l’efficienza nella semina, nella protezione delle piante, nella raccolta e nella registrazione di dati in campo, nonché nella mungitura e nella distribuzione dei mangimi in allevamento
Come funzionano i robot?.
“Ogni robot – spiega Rezia Molfino, professoressa di robotica all’Università degli studi di Genova e vice presidente di SIRI – è composto da un sistema meccanico con una piattaforma mobile e bracci articolati per il movimento nello spazio, da utensili per la presa o l’esecuzione di un processo che si interfacciano con l’esterno, da un sistema sensoriale per la conoscenza dell’ambiente circostante e da un sistema di controllo che, in base alle istruzioni fornite dall’utente e alle informazioni estratte dai sensori, consente di eseguire correttamente le azioni richieste”.
“Da una ricerca condotta nel 2018 negli Stati Uniti, risulta che il valore del mercato degli agrirobot dovrebbe raggiungere i 12,8 miliardi di dollari entro il 2022 – fa sapere Rezia Molfino. Senza dubbio, gli AgBot sono particolarmente diffusi dove le condizioni di coltivazione sono meno complesse e i campi sono più pianeggianti ed estesi”.
Nonostante i vantaggi, l’adozione di piattaforme robotiche da parte delle imprese agricole è rallentata dalle limitate conoscenze degli operatori e dai prezzi ancora alti, che tuttavia stanno scendendo grazie all’aumento della disponibilità di soluzioni come la robotica frugale per piccole aziende agricole come supporti robotici indossabili che riducono l’affaticamento neuromuscolare dell’agricoltore o soluzioni per l’olivicoltura praticata in territori difficili come la Liguria . Oltre ai robot per i trattamenti diserbanti, che permette di usare il 90% del prodotto in meno muovono i primi passi anche diversi AgBot per il controllo meccanico delle infestanti, nelle coltivazioni di ortaggi (in serra o in pieno campo) e nei vigneti, e per la mappatura degli appezzamenti fino a 5 ettari al giorno.
Probabilmente, i futuri AgBot non si sostituiranno completamente agli uomini, ma collaboreranno con gli agricoltori permettendo loro di ottimizzare le operazioni in modo da unire l’intelligenza artificiale induttiva, a quella umana deduttiva e creativa per ottenere grandi risultati.“–