La Fattoria di Lamole fa parte dell’ambito territoriale del Chianti che, secondo il piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza paesaggistica della Toscana, deve il suo considerevole valore paesaggistico all’agro mosaico connotato da tessere terrazzate di uliveti, vigneti, seminativi e boschi.
L’impronta rurale del paesaggio, quindi, costituisce il sostanziale e qualificante elemento di questo ambito nonostante la presenza di un’agricoltura specializzata. In questo contesto la Fattoria di Lamole occupa una superficie totale di 270 ha di cui 200 ettari di bosco, 16,5 ettari di vigneto, 3 ettari ad oliveto in coltura promiscua e la restante superficie a pascolo, ancora oggi destinata all’allevamento di pecore.
Negli anni Settanta, durante il processo di riaccorpamento dell’azienda, iniziava la fase di ristrutturazione dei vigneti sul totale dell’area a vigneto mentre il ripristino dei terrazzamenti e dei muretti a secco ha avuto inizio nel 2001 per completarsi nel 2004.
Il recupero ha riguardato le sistemazioni idrauliche agrarie (antichi terrazzi e acquidocci), interessando la forma di allevamento (alberello palizzato), i materiali per l’impianto come pali (in legno di castagno) e tutori (di acacia), la scelta dei vitigni (recupero di antichi vitigni).
Per quest’ultimo aspetto sono stati selezionati i cloni tipici del Sangioveto di Lamole e reimpiantati franchi di piede (senza l’innesto con la vite americana).
Il progetto di recupero ha riguardato 4,5 ettari di vigneto terrazzato, ma l’attenzione si è concentrata sulla gestione della vigna Grospoli ampia 1,2 ettari che, per le sue caratteristiche strutturali, aveva prodotto in passato vini d’eccezione.
Le strutture in pietra sono tornate così alla loro funzione fondamentale di regolazione idrogeologica e termica cedendo, dopo il tramonto, il calore accumulato durante il giorno.
Alla valorizzazione paesaggistico visiva e storico-testimoniale legata ai terrazzamenti e ai muretti a secco si è affiancata la valorizzazione delle strutture rurali di proprietà dell’impresa, rendendo parte delle abitazioni contadine di Lamole adatte ad ospitare sia turisti in cerca di riposo sia artisti in cerca di ispirazione.
Mariagiovanna Basile, architetto