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Rubrica di Emanuela Medi
 

Il cibo e i poteri dei colori. I valori simbolici che influenzano il nostro gusto

A cosa pensiamo alla vista di un piatto di pasta al pomodoro? Perchè davanti a una tazza di cioccolata ci sentiamo coccolati? Più che il gusto è la vista, meglio il colore di un cibo, il primo elemento che ci colpisce e che ha una forte influenza nella percezione del gusto.

Nella tradizione cinese con i colori si classificano anche i sapori: rosso per l’amaro, giallo per il dolce, bianco per il piccante, nero per il salato, verde per l’acido. Nel Medioevo l’aggiunta di additivi colorati è fatta per esaltare il sapore di un cibo, necessità ribadita, nell’Ottocento, da Alessandro Dumas nel “Grande Dizionario di cucina”.

Nella nostra tradizione culinaria molti alimenti rivelano anche un valore simbolico nel legame tra colore e cibo:

BIANCO: indica luce e purezza. I cibi bianchi comunicano solennità, come nelle torte nuziali, ma anche la semplicità dei bambini che mangiano il latte con il riso.

ROSSO: caldo ed eccitante, i cibi di questo colore sono considerati apportatori di energia, come carni, vini, fragole o pomodori maturi. Presente nelle divise degli addetti alla ristorazione, sembra che il colore rosso attiri l’attenzione del consumatore.

VERDE: colore della natura e della vegetazione è anche il simbolo della rinascita, della forza e della speranza. Verde è l’olio di oliva, verdi sono gli ortaggi della primavera come gli asparagi, e le fave. Per il vorace, mangiare verde sembra aiuti a rallentare lì assunzione dei pasti. Sarà vero?

GIALLO: solare, energetico ricorda l’oro come il risotto allo zafferano. Sembra il colore preferito dai golosi e non a caso il tuorlo d’uovo e io miele sono tra gli ingredienti principali della pasticceria, assiem al ricco e prezioso zafferano.

MARRONE: rilassamento naturale. E’ il colore della cioccolata, e dei datteri fonte principale di nutrimento per le popolazioni nomadi.

BLU e VIOLA: Poco presenti in natura tuttavia alcuni cibi come i mirtilli, le susine, la tessa uva sono i migliori antidoti per la fame nervosa. Per gli antichi romani era un colore non amato perché i barbari solevano dipingersi con il blu il volto, prima delle battaglie.

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