Sono tante le opportunità, le sfide e le angosce degli attori principali sulla scena mondiale del vino: è quanto emerge da un report redatto dall’Università di Geinseheim sulla base delle risposte di più di 1.700 esperti provenienti da oltre 46 luoghi del mondo e sui cui è stato costruito il “Prowein Business Report” 2019.
Che cosa preoccupa: le tasse sui prodotti alcolici, i cambiamenti climatici, l’inasprimento delle regole per la pubblicità del vino, la guerra dei dazi, i vini alla cannabis, il rallentamento della crescita economica mondiale e molto altro ancora.
Lo studio ha poi posto un focus su quali saranno i paesi potenzialmente più attrattivi nel futuro: in testa a questa speciale classifica troviamo la Scandinavia seguita dalla Svezia, Danimarca e Norvegia, al pari del Giappone, Cina e Hong Kong. Mercati da sviluppare, Singapore, Taiwan, Repubblica Ceca e India.
Francia, Germania, Regno Unito ed anche Italia, pur essendo paesi cardine nel business del vino oggi, potrebbero risentire di alcuni fattori negativi in futuro legati in particolare al rallentamento dell’economia mondiale e alla “guerra dei dazi” in atto in tutto il globo.
Non è da meno la crescente volatilità di un mercato, quello del vino, mai scontato ma ricco di insidie: una per tutte l’aumento dei prezzi registrato nel 2017 a causa della scarsità di produzione dello stesso anno, cui è seguito invece un calo (nel 2019) delle materie prime, dovuto alle scorte superiori alla media. Una offerta quindi elevata cui si affianca una minore domanda e che preoccupa i produttori le cui aspettative per il 2020 sono in calo
Insomma, il vino si conferma un settore molto particolare ed in continuo cambiamento. Resteremo a vedere se l’Italia riuscirà a tenere il passo ed in che modo i nuovi mercati si lanceranno all’assalto della nostra leadership, e di quella dei paesi in testa oggi.