a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
 

Il Lambrusco è un vino figo

Evviva il Lambrusco che spariglia le carte facendo lo sgambetto al troppo paludato mondo del vino, con una comunicazione innovativa, allegra, forte del consenso dei millennials che amano i bar figo  al top delle preferenze: loro a decretare  gusti e le tendenze dove il vecchio è senza ritorno e il nuovo rosso, piacevole, frizzante, moderatamente alcolico, da bersi anche freddo se la batte con il Prosecco che ha capito, merito di Sandro Bottega, che il” prosecchino” era acqua passata..

Ne parliamo con Alessandro Ceci delle Cantine Ceci, unico maschio di una famiglia tenace declinata al femminile che in fatto di idee, innovazione, etichette firmate da illustri designer, bottiglie rosse, bianche.. non solo, non fa sconti a nessuno.  Chiedo un’intervista, mi risponde un torrente di vivacità intellettuale, tenacia, ottimismo, intraprendenza, domande e risposte, dice tutto lui! E’ un grande e felice interprete del territorio, di quello sconfinato e variegato mondo del Lambrusco che produce 400 milioni di bottiglie, il meno blasonato ma più conosciuto vino del mondo che piace e come!

Ottant’anni di storia del vino italiano, protagonista Otello Ceci, oste della bassa parmense che nel 1938 nella sua trattoria dove si mangiava la migliore trippa della provincia e dove era di casa il Lambrusco che lui stesso produceva acquistando le uve dai contadini della zona, è diventato il leader nella produzione del famosissimo vino frizzante italiano. Una scuola e una strategia aziendale vincente sviluppata dai suoi figli Bruno e Giovanni, ora gestita dai nipoti e pronipoti: Maria Paola, Alessandro, Maria Teresa, Elisa e Chiara che portano nelle Cantine Ceci una produzione di 3 milioni di bottiglie l’anno.

Sono loro a rappresentare l’anima nuova dell’azienda la cui  sede è a Torrile, in provincia di Parma che conta venti dipendenti. E se la storia delle Cantine Ceci parte dal Lambrusco, questa non si è fermata: ha  sviluppato parallelamente una sua visione della Malvasia di Candia, e ha dato origine a una serie di spumanti, vini fermi, birre,  con una qualità che è fuori discussione sia   dal punto di vista organolettico che estetico arrivando a distribuire spumanti e a concepire Otello Nerodilambrusco in una bottiglia quadrata onestamente unica al mondo, nella prospettiva di innovarsi sempre e guardare oltre   

Il mondo del vino è in difficoltà, lo è anche il Lambrusco. Quale è la situazione?

Anche il Lambrusco, come tutti i vini, è ora in difficoltà e sarebbe sbagliato negarlo. D’altra parte, le sue caratteristiche peculiari (è un vino per tutti, fresco, dalla piacevole beva, frizzante) lo rendono agli occhi del mondo il vino più vicino concettualmente a un soft drink, ma immensamente versatile e piacevole. Questo fa del Lambrusco il vino italiano con le potenzialità più alte per potersi riprendere al più presto.

SE.. i consorzi del Lambrusco veramente facessero squadra- lei dice- saremo noi a trainare parte dell’economia italiana. Cosa c’è di vero e come vede  l’accordo dei tre Consorzi: il Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, quello dei vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e il Consorzio vini del Reno Doc..

 La mia posizione è di estremo ottimismo. Pur non essendo all’interno di nessun Consorzio a causa della nostra provenienza geografica, ritengo importante la possibilità dei Consorzi di unirsi e di accedere a fondi importanti. Sarà altrettanto essenziale anche da parte loro lavorare sul posizionamento del Lambrusco. Esso infatti talvolta subisce ancora l’ingiusta fama negativa di cui è stato ricoperto cinquant’anni fa. Anche ora, pur ottenendo gli stessi risultati e godendo dello stesso prestigio di vini più blasonati, necessita di un lavoro di comunicazione molto moderno, accattivante e smart.

Comunicazione e certo non fate sconti a nessuno in marketing, formati, etichette,  linee e tipologie. Quali sono i vostri caposaldi e quando è iniziato il vero salto di qualità?

 Il grande cambiamento è iniziato negli anni Novanta, quando sono avvenuti alcuni eventi fondamentali. L’acquisto del dominio lambrusco.it in un momento ancora di sviluppo del web ha dato una grande sferzata a tutta la comunicazione online. L’acquisizione delle più celebri immagini di Giuseppe Verdi, nostro conterraneo che ci rappresenta in ogni sua sfaccettatura, ci ha aiutati ad identificarci anche agli occhi del grande pubblico. Infine, la collaborazione con la celebre vetreria Bormioli ha dato vita alla bottiglia a base quadrata, singolarissima e divenuta l’inconfondibile simbolo del vino che contiene, l’Otello NerodiLambrusco. E’ questo il nostro caposaldo, un vino frizzante rosso scurissimo e denso, dagli aromi intensi e un sapore inconfondibile. Nessuna bottiglia lo conterrebbe meglio di questa.  Una rapida espansione che vorrei ricordare  è iniziata negli anni ’90. con la nascita del Lambrusco Terre Verdiane, con cui questo vitigno  conobbe una nuova giovinezza e inaspettato prestigio

Il Lambrusco è figo. Parte da qui il futuro?

Naturalmente sì: nessun prodotto rappresenta meglio duemila anni di storia che sanno guardare sempre più lontano con la la certezza dei propri valori tanto che nessuno vivrebbe in nessun’altra parte se non qui.

Emanuela Medi giornalista

Tag degli articoli
Condividi sui social network