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Rubrica di Emanuela Medi

L’usanza pagana del pranzo funebre sulla tomba, è andata scomparendo per l’avversione della Chiesa verso queste usanze già a partire dall’alto Medioevo. Non’è invece scomparso l’uso di confezionare i pani a suffragio dei morti, pani speciali che, in forme diverse possono essere deposti sulle tombe per dare ai morti la forza di affrontare  il viaggio nell’aldilà, sia come omaggio per placare lo spirito dei morti, sia come regalo ai poveri in cambio di preghiere per l’anima dei defunti.

In Italia questo culto va disperdendosi, ma resistono ancora in  zone limitate  e nelle isole, quali la Romagna, la Sicilia , Prealpi vicentine e nel Trentino. Tradizioni diffuse invece  in Romania, nei Balcani, in Transilvania e Medio Oriente. Ancora di più la panificazione è molto presente nell’America centrale e meridionale, dagli Incas del Perù e della Bolivia a quelli dell’Equador e della Colombia: qui  vengono ancora oggi deposti sulle tombe pani in forme antropomorfe rappresentanti i defunti, perché si crede- secondo gli antichi Maya- che essi avrebbero dovuto affrontare un lungo viaggio.

Gli Indios del Messico mettono sulla tomba delle gallette di mais in miniatura con un recipiente pieno di acqua, ma questa usanza del pan de muertos è stata sostituita da dolci a forma di scheletro o dai calaveras( teschi e scheletro di zucchero)

Da: Pane Nostro ,ediz. Diabasis

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