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Rubrica di Emanuela Medi

Panino, tramezzino, sandwich, toast ecc  sono tante le denominazioni per una preparazione povera e solo apparentemente semplice, che ha un numero sterminato di varianti anche etniche e gastronomiche.

Molto probabilmente il panino è nato dopo il pane, quando tra due fette di una  pagnotta fu inserito un altro alimento, da una foglia di verdura a una fetta di formaggio, salume o altro, fino alla cioccolata. In Italia, patria dei salumi, il panino evoca subito il pane e salame o la mortadella quando non il maiale  ed è indubbio che la sua origine è popolare dove il pane assume un ruolo più importante del salame.

Il tramezzino si dice si stato inventato nel 1925 a Torino da caffè Mulassano di Piazza Castello e si caratterizza per l’uso esclusivo di pancarrè. La denominazione comunque è successiva e si dice sia stata proposta da Gabriele d’Annunzio quando alla fine degli anni trenta il regime fascista mise al bando le parole straniere e si dovette trovare un sostituto al termine sandwich, che richiamava inoltre l’allora “perfida Albione”.

Il toast è costituito da due fette di pane imburrate o con maionese, tostato nel tostapane, da cui il suo nome e caratterizzato dalla presenza di prosciutto cotto trovando un successo quasi incontrastato.

Il Sandwich è di nobile origine inglese e prende il nome dal politico inglese del XVIII secolo John Montagu, quarto conte di sandwich, che secondo la tradizione durante le partite a carte o le gare di golf se lo faceva servire sul tavolo o sul campo pur di continuare a giocare. Tra le più note varianti il Club House Sandwich.

Oggi due panini appassionano i buongustai della Francia e dell’America dimostrando la lunga vita di questa preparazione: il lussuoso Toast di settantadue ore che si consiglia di associare con una coppa di Champagne . Si tratta di due fette di pane anche integrale  imburrate su di una faccia  e generosamente riempite con fette di tartufo. Il panino avvolto in una pellicola deve stare in frigorifero per settantadue ore, da qui la denominazione. Liberato dal suo involucro, una leggera e sapiente tostatura renderà croccante il pane ammorbidendo il burro senza scioglierlo!

Parliamo da ultimo ma non per ultimo del Panino Pastrami, gettonatissimo a Manhattan, ricetta  importata dagli Ebrei dell’Europa Orientale, contenente carne di manzo, tenuto in salamoia per un paio di giorni con spezie, cotta al forno e poi affumicata. Secondo la tradizione la carne è di pecora.

In conclusione, paese che vai panino che trovi!

Da “ Il piacere della tavola” di Giovanni Ballarin

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