Un percorso non certamente facile ma che promette: la candidatura della cultura alimentare alpina alla lista del patrimonio immateriale Unesco. Recentemente a Innsbruck si è svolta la conferenza del progetto europeo Alpfoodway cui aderiscono 14 paesi, tra cui la Fondazione Edmunnd Munch come osservatore, che hanno promosso la carta a sostegno dell’iniziativa che coinvolge i sette Paesi dell’arco alpino.
Tra i prodotti da tutelare anche la castanicoltura della Valsugana, il vin santo, il pane delle Giudicarie Esteriori,, il Botiro del Primiero e la raccolta i erbe spontabe di Val Rendena.. Come ha detto il presidente FEM Andrea Segrè” Stiamo lavorando assieme a 9 Istituzioni scientifiche per promuovere l’invecchiamento in salute attraverso la valorizzazione dei prodotti alimentari del territorio. Un tema importante visto che se deve diminuire la spesa sanitaria deve aumentare il reddito dei produttori locali. E non a caso la dieta alpina rientra come candidatura al patrimonio innaturale Unesco”
Per dare forza all’iniziativa è in costruzione un inventario che raccoglie già 50 schede sulla cultura alimentare alpina ottenuta sulla base di ricerche antropologiche, storiche, sociali. Da non dimenticare il progetto Alpfoodway che vuole promuovere il Patrimonio Culturale Alpino per valorizzare le tradizioni alimentari in modo da creare un forte legame di identità lungo tutta la catena montuosa europea.