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Rubrica di Emanuela Medi
 

Il tema della vendemmia dal repertorio pagano a quello cristiano

Il valore storico del Vino e le tematiche ad esso legate sono un patrimonio incredibile e tramite la sua osservazione è possibile dedurre tante tradizioni che non hanno lasciato traccia. La vendemmia e la sua simbologia è stata propri del  periodo prima e dopo l’avvento di Cristo.

E’ noto infatti che con l’avvento della Cristianità molti simboli pagani furano “adattati” alla nuova religione e fin dal 300 d.C. gli artigiani si trovarono a lavorare contemporaneamente per committenti che avevano fedi religiose diverse ma che utilizzavano lo stesso repertorio d’immagini legate anche all’uva.

Sarcofago con le scene di vendemmia 300 circa d.C. e conservato presso il The Paul Getty Museum di Los Angeles

Molto noto è il caso de “Sarcofago con le scene di vendemmia” del 300 circa d.C. – spiega Veronica Ferretti docente di storia dell’arte – che è conservato presso il The Paul Getty Museum di Los Angeles, dove davanti al tema dionisiaco dell’ebbrezza utilizzato dai romani vi è  il repertorio figurativo  usato dai cristiani per menzionare la Genesi a proposito dell’ebbrezza di Noè.
Prima dei Romani furono i  greci ad utilizzare le tematiche legate all’uva, tanto che dedicavano a Dioniso riti e costumi della vendemmia. Ad esempio tra febbraio e marzo, per festeggiare il Dio avveniva  la cerimonia dell’apertura delle botti.

E i filosofi? Questi sapienti uomini lo utilizzavano assai… Per Platone e la sua scuola, spiega la Feretti -il vino era un mezzo per il superamento del sé verso un contatto più stretto col divino. Nell’Antico Testamento il vino ha espressione di ospitalità o di collera mentre nel Vangelo suggella il primo e l’ultimo atto di Gesù: Le Nozze di Cana e l’Ultima Cena.

Il tema vino e della vendemmia sarà da allora sempre caro e i Cristiani lo assoceranno al sangue come vino e alla metafora della vite (Giovanni 15,1-11). Analizzando il celebre “Sarcofago del Buon Pastore” della seconda metà del IV secolo d.C., conservato al Museo Pio Cristiano dei Musei Vaticani- possiamo trovarne tutte le simbologie proprie dei pagani ma anche della Cristianità.

Particolare del “Sarcofago del Buon Pastore” fine IV sec d.C., conservato al Museo Pio Cristiano dei Musei Vaticani.

Al centro troviamo  un pastore con in spalla un ovino che i Romani dicevano essere Ermes crioforo che porta l’ariete ma che invece i Cristiani associarono al  Buon Pastore, parabola evangelica della pecorella smarrita (Matteo 18, 12-14). Se si analizza il Sarcofago, l’interpretazione del tema della vendemmia fa riferimento alla Passione di Cristo ma l’iconografia in realtà presenta una scena con putti “pagani” impegnati nella vendemmia e nella pigiatura dell’uva, repertorio desunto da sarcofagi e scene pagane come quelle del “Rilievo con satiri che pigiano l’uva”, Venezia Museo Archeologico Nazionale, sintomo che ci riporta a quanto detto predecedentemente, cioè alla trasformazione dei simboli pagani in segni cristiani.

 

VENEZIA. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
RILIEVO CON SATIRI CHE PIGIANO L’UVA

Anche il Mosaico con scene di Vendemmia al Mausoleo di Santa Costanza a Roma potrebbe essere scambiato con una raffigurazione profana, ma assume un significato cristiano in riferimento al vino dell’eucarestia “Io sono la vite e voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla”. (Gv 15,1-8)-conclude Veronica Ferretti. Infine  girando per Roma è possibile imbattersi nel Caseggiato di Bacco e Arianna  che è un edificio residenziale costruito all’inizio del II sec. d.C., originariamente collegato al tempio di Serapide  all’interno del quale è possibile ammirare i pavimenti decorati con i tipici mosaici in bianco e nero di età adrianea che raffigurano il Dio con in mano l’uva.

 

Monica Assanta, giornalista

 

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