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Rubrica di Emanuela Medi
 

Il turismo enogastronomico attira il 71% dei viaggiatori, Italia preferita

Attira sempre di più il turismo enogastronomico  e il nostro paese è ai vertici in Europa per un segmento il turismo esperienziale  che piace molto ai giovani. E’ quanto sottolinea l’edizione 2020 del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, curato da Roberta Garibaldi sotto l’egida della World Food Travel Association e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, presentato ieri a Milano.

Il 71% delle persone in viaggio vuole vivere esperienze enogastronomiche da ricordare , mentre il 59% dei turisti preferisce le  esperienze a tema in grado di scegliere tra più destinazioni. “Si rafforza l’interesse dei turisti verso l’enogastronomia nei Paesi occidentali, e sono in forte crescita i turisti enogastronomici in Cina e Messico – afferma Roberta Garibaldi, curatrice del rapporto.

Il totale di chi ha dichiarato di avere svolto almeno un viaggio con questa motivazione negli ultimi due anni a livello internazionale è pari al 53%. I Millennials guidano il trend tra le generazioni, mentre si affacciano i nuovi “super foodie”, i nati della Generazione Z: viaggiatori frequenti che già mostrano un alto interesse verso il cibo”.

Un trend guidato da turisti sempre più “onnivori”, che sono quelli che in viaggio vogliono vivere un insieme variegato di esperienze arricchenti. E l’enogastronomia, già di per sé multisensoriale, emozionale e culturale, soddisfa al meglio i loro bisogni.  Shopping e Festival musicali le esperienze collaterali per i turisti generalisti- dice ancora la curatrice del rapporto- mentre cibo di strada, ristoranti e bar stoici, corsi di cucina, visite ad aziende agroalimentari per i più giovani. La pizza emerge come prodotto trainante per il nostro Paese, e facendo tesoro anche del riconoscimento Unesco, dovrebbe diventare un asset su cui puntare in modo più forte per il turismo: pensiamo ad un museo dedicato o ad esperienze diversificate. Le cantine interessano sempre, ma l’offerta deve evolvere verso una segmentazione e un posizionamento più distintivo – conclude Roberta Garibaldi”.

Ma quali sono i prodotti italiani più ricercati:  il gorgonzola e la pizza ad Indicazione Geografica tra i più ricercati sul web per gli utenti di Stati Uniti, Cina, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito come anche gli arancini, l’ossobuco, il Parmigiano Reggiano e il Pecorino romano; tra le produzioni vitivinicole,  i vini dell’Alto Adige e il Chianti (dati Semrush).. L’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica, il Piemonte detiene il medesimo primato per i vini, la Campania per i Prodotti Agroalimentari Tradizionali. La Lombardia vanta invece il primato nell’offerta ristorativa.

Tra le case history presentate, anche quella della Strada del Vino e dei Sapori del Friuli Venezia Giulia, la prima regione in Italia ad emanare una legge (la numero 22 del 2015) con lo scopo di mettere in rete le risorse dell’agroalimentare con quelle culturali e ambientali e costruire un prodotto trasversale in grado di permettere all’enoturista di entrare in contatto con cantine, aziende agricole, ristoranti e numerose altre risorse territoriali,   tanto da essere scelta come sede a Trieste dal 24 al 26 Marzo 2020

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.