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Rubrica di Emanuela Medi
 

Il Vermouth di Torino… a Torino: il 16 novembre

Iniziamo con una storia nel segno della qualità, tradizione e convivialità ricordando una tappa importante: il 22 Marzo 2017 quando al Vermouth di Torino  è stato riconosciuto il disciplinare di produzione entrando a buon diritto nell’universo dei prodotti ad Indicazione Geografica .. distinguendosi dalla più ampia categoria dei vermouth – con tutte le stellette del caso.” Da quel momento- dice il Presidente dell’Istituto, Roberto Bava, il Vermouth di Torino sarà l’unico prodotto alimentare a portare in bottiglia nei salotti, nei bar, nei caffè del mondo la denominazione della città.

Appuntamento sabato 16 novembre con l’Istituto del Vermouth per un evento promosso dai 18 produttori che racconteranno segreti e tradizioni dello storico aperitivo torinese, ospiti dei Sommelier dell’AIS del Piemonte.. Tre secoli di storia: nasce alla fine del 1700 quando, in una bottega di liquori all’angolo tra Piazza della Fiera e Via della Palma, un giovane commesso inventò la ricetta di un vino moscato aromatizzato con china, erbe e spezie. La squisita bevanda da lui inventata era il “vermouth”, dal termine tedesco “wermuth”, che significa assenzio. I Torinesi si affezionarono così tanto al suo aroma speziato che le botteghe di Piazza della Fiera, oggi Piazza Castello, per oltre un secolo furono il luogo d’incontro dell’aristocrazia cittadina, che qui si dava appuntamento per l’aperitivo “vermouth”.

La sola città di Torino aveva nel 1840 almeno 30 produttori di Vermouth e liquori e 42 distillerie di brandy e grappa, molti dei quali scomparsi. Era l’asse Torino- Pessione- Asti- Canelli la zona interessata anche per la facilità viaria che consentiva di esportare in più di 150 paesi il vermouth primo prodotto imbottigliato dagli stessi clienti.  Intorno al tradizionale aperitivo torinese fiorirono molte leggende: quella secondo cui un giorno Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d’Italia ricevette una cassetta di bottiglie  di  vermouth e nel sorseggiare il prezioso liquore disse di apprezzare quella nota di amaro che distingueva il vermouth dalle bevande simili.  Nacque così il “Vermouth di Torino”, che in breve sarebbe diventato l’aperitivo ufficiale di corte e di tutta l’aristocrazia sabauda. 

“Poi  per molto tempo- dice  Roberto Bava- il Vermouth è caduto un po nel dimenticatoio, in quello scaffale tenuto per troppo tempo fino a diventare un vino ossidato quasi da marsala. La nuova inarrestabile ascesa del vino con produttori innovativi graziati da una tecnologia e da importanti studi enologici, complice un marketing e un export che lo ha fatto diventare la prima voce dell’agroalimentare del nostro paese, ha fatto .. il resto.  “ Quando rinasce l’interesse per il Vermouth di Torino, chiedo” Il 2010 meno di 10 anni fa, , con i 18 soci dell’Istituto- Berto, Bordiga, Calissano, Carlo Alberto, Carpano, Casa Martelletti, Chazalettes, Cinzano, Giulio Cocchi, Del Professore, Drapò, Gancia, La Canellese, Martini & Rossi, Peliti’s, Sperone, Tosti 1820, Vergnano – abbiamo lavorato insieme e deciso di dare un’identità legale piu’ precisa  a questo prodotto- un vino aromatizzato principalmente da Arthemisia Absinthium e Ponttica con aggiunta di  erbe e spezie- che ha visto così riconosciuta la sua identità geografica e difesa della qualità da una legge Italiana del 2017 anche se era ben nota da oltre un secolo la sua alta qualità come ingrediente indispensabile di cocktail di successo”

Ad aprire il pomeriggio a Torino saranno  alle 16.00 Pierstefano Berta e Giusi Mainardi con il workshop con assaggio di artemisie Imparare a conoscere il Vermouth di Torino: la verve di un simbolo della tradizione piemontese, ricette segrete, uso di erbe e spezie e profili sensoriali. A partire dalle 17.00, invece, si potrà scoprire il Vermouth, in purezza o miscelato, grazie ai corner di degustazione di tutti i produttori, accompagnandolo con alcune eccellenze gastronomiche locali. Appuntamento poi alle 18.00 con Fulvio Piccinino, barman e studioso tra i massimi esperti della liquoristica nazionale per il workshop con degustazione Com’è nato il Vermouth di Torino. Storia di una magica alchimia.

Emanuela Medi giornalista, sommelier e   …. prossimamente Barlady.

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.