Meglio dire esiste, visto il riconoscimento formale da parte delle autorità francesi con tanto di disciplinare dell’esistenza del vino naturale che permetterà di commercializzarlo sotto la dicitura ”vin methode nature”. Dopo una battaglia non da poco dei vignaioli naturali francesi riuniti in un sindacato , nato nel novembre 2019, i produttori dovranno seguire criteri definiti da un protocollo presieduto dal vignaiolo della Loira Jacques Carroget, da loro stabilito di concerto con il Ministero dell’Agricoltura e l’OIV- Istituto Nazionale dell’origine e della qualità.
La neonata denominazione dovrà superare un periodo di prova non essendo il vino naturale riconosciuto come tale in Francia e in Italia .Regola fondamentale è l’assenza di additivi tranne l’SO2 in quantità limitata tra il 15-40mg/l fino a un massimo consentito di 70mg/l.
Uve raccolte a mano da viti da agricoltura biologica e/o biodinamica, vinificazione spontanea anche per gli spumanti( doppia), assenza di filtrazione a membrana, chiarificazione uso di contenitori di qualsiasi tipologia da utilizzare non come strumento, uso di terreni con requisiti di buona ventilazione, clima favorevole, drenanti con la scelta preferibile di vitigni autoctoni. Se la dizione vini naturali nel nostro paese non è consentita molte sono le associazioni e le piccole imprese unite nel segno dell’artigianalità “del vino prodotto come una volta”.
Interessante il Festival (in assenza per il 2020 delle italiane) Bordewine che si è tenuto la scorsa estate a Cividale del Friuli al confine tra Friuli, Slovenia e Austria dove nascono tra i vini naturali più famosi del mondo tra cui: il Quinto Quarto di Franco Terpin nel Collio dal lungo affinamento e macerazione in botte, al Verduzzo Refosco, Tocai e Cabernet Franc di Denis Montanar che ha iniziato a fare vini trent’anni fa, a Gigi Miracol nome imperdibili per i naturalisti con il suo progetto La laguna nel bicchiere che sta portando avanti insieme a un gruppo di viticoltori per recuperare le vigne perdute dentro la città di Venezia a Zudarich, sloveno dalla memorabile rebula( Ribolla gialla). Magnifica esperienza!
Emanuela Medi, sommelier