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Rubrica di Emanuela Medi
 

In gel disinfettante 150 mila ettolitri di vino

E arrivato il via libera del Ministero delle Politiche Agricole alla possibilità di trasformare in gel disinfettante ben 150 mila ettolitri di vino , un provvedimento  che permetterà  di fare spazio nelle cantine nell’imminenza della prossima vendemmia e al contempo di rifornire il paese di alcool italiano.   La chiusura forzata della ristorazione italiana e estera,  ha causato lo stop delle esportazioni di vino, dopo il record di 6,4 miliardi di euro raggiunto nel 2019, colpendo soprattutto la fascia alta , il cui sbocco commerciale predilige la ristorazione e gli alberghi.

Secondo un’indagine Coldiretti  quasi 4 cantine italiane su 10, pari al 39%,  hanno registrato un notevole calo di attività, con conseguente mancanza di liquidità che mette a rischio il futuro del vino italiano che occupa  1,3 milioni di persone lungo tutta la filiera. In Italia la distillazione – precisa la Coldiretti – riguarda solo i vini comuni, al contrario della Francia, dove sarà possibile trasformare anche quelli a denominazioni di origine, come lo Champagne.

Una boccata d’ossigeno per il settore – commenta la Coldiretti – però verrebbe anche dal taglio dell’Iva, che è ora pari al 22%, e da credito di imposta per i crediti inesigibili derivanti dalla crisi Coronavirus. Ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino che – sostiene la Coldiretti – rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non. L’Italia, infatti, con 46 milioni di ettolitri si classifica davanti la Francia come il principale produttore mondiale, con il 70% della produzione destinato a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) e il restante 30% per i vini da tavola. Sul territorio nazionale – conclude la Coldiretti – ci sono 567 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia, che vanta lungo tuttala Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità.

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