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Rubrica di Emanuela Medi
 

Isola di Procida: Maria La Pescatrice a “La Corricella”

Nel posto forse più bello dell’isola di Procida, “La Corricella”, la contrada la cui bellezza è scritta, a detta di chi ama sottolineare i legami dell’isola con la grecità, nel nome che grecamente suona Contrada bella, Còroscalòs,ci si può sedere al fresco, anche sotto il sole più caldo.

Lì, proprio giù, sulle antiche pietre del molo, accanto a reti da pesca e barche tirate in secco, dopo un bicchiere di vino bianco d’Ischia e un antipasto di mare, si può mangiare il pesce più buono e più fresco del mondo. Sì, perché Da Maria alla Corricella, chi cucina – Maria appunto – è anche colei che ogni mattina, invece di andare al mercato a comprare il pesce, salpa con la sua barca e va a pescarlo.

Maria La Pescatrice è, infatti, l’unica donna pescatrice dell’isola. Fin da bambina, lei racconta con semplicità, andava in barca col padre, e a poco a poco ha imparato a far scendere ogni sera la tonnara, la sua rete, e ogni mattina a ritirarla, avvolgendola sulla ruota sempre montata sulla sua barca azzurra.

Dopo il padre pescatore, Maria ha avuto anche un marito pescatore, tuttavia lei ci dice che ha studiato per prendere la licenza di pesca, ha fatto gli esami per capobarca e motorista, perché solo così poteva veramente andare da sola, sulla sua barca, in mezzo al mare. Nulla è più bello, per la nostra pescatrice, che stare sul mare, in silenzio, senza pensare a nulla, sentendo solo il lieve movimento delle onde.

Lì, all’alba, Maria trae ogni giorno dalla rete, come un prezioso dono del mare, “tonnetti, palammeti, ricciole e cefali”, e mentre li ripone in una grande sporta, pensa a come li cucinerà per i suoi ospiti. Il palammeto, ad esempio, lo potrà fare per la pasta, fritto, alla brace, o arrostito, o anche impanato, a cotoletta, o perfino a scaloppina.

Tutti in famiglia, e soprattutto la figlia, oggi, che il suo locale è sempre più frequentato, le danno una mano, tutti le chiedono consigli, tutti le sono affezionati. Maria, nella storia delle donne di Procida, ha conquistato il suo posto.

Gea Palumbo, docente di Storia e iconografia all’Università di Roma Tre.

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