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Rubrica di Emanuela Medi

Se volessi fare lo splendido potrei raccontarvi di avventure tra le belle colline del Basso Monferrato, di paesaggi fantastici, di vigne che si alternano a boschi, di architetture che ci raccontano di un  passato ricco e travagliato, di dialetti particolari e di grandi bevute.

Invece la mia coscienza mi porta a raccontarvi la verità, grandi bevute sicuramente ma a Roma tra banchi di degustazione ed enoteche. Parliamo di una realtà vitivinicola giovane e affascinante: Rocco di Carpeneto. Frutto della passione per il vino di Lidia Carbonetti, donna decisa, schietta e tenace, come i sui vini (poi vedremo nelle descrizione dei vini). Lidia parte da Roma con l’amore per la Matematica e la ricerca, che in un paese come l’Italia significa precariato lavorativo ed economico, per approdare nella finanza milanese; ma la sua dinamicità la porta a non fermarsi e a conseguire una seconda laurea, Enologia, e ad investire nel mondo vitivinicolo. Si ferma a Carpeneto nel basso Monferrato ed acquista vari lotti di terreno dove troviamo vigne di vecchi e più recenti impianti con i più tradizionali dei vitigni piemontesi: Dolcetto, Barbera, Cortese, Nebbiolo e Albarossa. Le vigne sono tutte coltivate nel rispetto dell’ambiente e delle biodiversità.

Nel Basso Monferrato Le Barbera e i Dolcetti ne fanno da padroni ed è qui che si sofferma la nostra degustazione::

Ovada DOCG “Losna”: vino rosso da uve Dolcetto provenienti da singola vigna, vigneto Vicario; fermentazione spontanea in acciaio ed affinamento in legni esausti di varie capacità. Deciso, tagliente, tannico, di gran personalità. Il nome “Losna” viene dal dialetto carpenetese di metà ottocento e sta per “lampo del fulmine”. Il nome è stato scelto appunto per descrivere le sue caratteristiche di vini duro e schietto, ottimo compagno di abbinamento con cibi grassi e succulenti, come una fantastica polenta col cotechino.

Ovada DOCG Riserva “Erche”:  vino rosso da uve Dolcetto provenienti da singola vigna, vigneto Vicario; fermentazione spontanea in botti grandi ed affinamento in legni esausti di varie capacità per almeno 24 mesi. Appagante, fresco, avvolgente, conviviale. Da abbinare a primi piatti saporiti o a grandi chiacchierate a tavola o al bancone di un enoteca. Il nome “Erche” viene dal dialetto carpenetese di metà ottocento e sta per “arcobaleno”.

Barbera del Monferrato Superiore DOCG “Rataraura”: vino rosso da uve Barbera proveniente da Vigneto Gaggero e Vicario . Fermentazione spontanea ed affinamento in anfore di terracotta di varie capacità per almeno 20 mesi. Di struttura e grande freschezza, tesa e nervosa, sapida come le grandi Barbera. Da abbinare a zuppe di pesce, secondi a base di baccalà o fritture. Il nome “Rataraura” viene dal dialetto carpenetese di metà ottocento e sta per “pipistrello”.

Barbera del Monferrato Superiore DOCG Vigna Rocco “Reitemp”:  vino rosso da uve Barbera proveniente dal Vigneto Rocco (impiatato nel 1955 e tra le vigne più vecchie del Piemonte). Fermentazione spontanea in accaio e legni vari, affinamento in botti grandi per almeno 25 mesi.  Di struttura, elegante, fresca, calorosa, tutto ciò che di buono può donarci una vigna vecchia. Da abbinare a stufati, bolliti, stracotti, formaggi stagionati o dei buoni amici. Il nome “Reitemp” viene dal dialetto carpenetese di metà ottocento e sta per “il suono delle campane che annunciano l’arrivo del temporale”.

Lidia sta facendo un grande lavoro di rivalutazione del territorio: il Monferrato  che nell’immaginario collettivo viene spesso viene paragonato alle vicine Langhe , ma in realtà i due territori sono differenti come tipologia di clima, composizione del terreno e utilizzo dei vitigni. I vini hanno tutti uno spiccato carattere, personalità, potenzialità evolutive e sono caratterizzati da grande bevibilità e digeribilità.

Mirko di Mambro, sommelier

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