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Rubrica di Emanuela Medi
 

La ricerca premia gli scarti dello zafferano, uno dei prodotti simbolo del bacino del Mediterraneo

Salute e Dieta Mediterranea, prodotti di scarto dello zafferano e loro utilizzo, i due end point dei progetti MED4Youth e SAFFROMFOOD dell’Università di Parma che, con un finanziamento di 640 mila euro, partecipa al programma europeo PRIMA, per lo sviluppo di soluzioni innovative in agricoltura, salute e industria alimentare.

Ma andiamo per gradi: il Prof Daniele Del Rio, Presidente della Scuola di Studi Superiori in Alimenti e Nutrizione dell’Università di Parma è coordinatore dei due progetti realizzati in collaborazione con importanti partner universitari, di ricerca e aziendali, sia europei che nord-africani. Il gruppo di Nutrizione Umana dell’Università di Parma ha quindi istruito ben due progetti che, sebbene differenti tra di loro per lo svolgimento, hanno come obiettivo comune quello di confermare l’effetto benefico sulla salute degli alimenti appartenenti alla Dieta Mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’Umanità UNESCO dal 2013.
Il primo progetto “Mediterranean Enriched Diet for tackling Youth Obesity – MED4Youth” dovrà valutare il rapporto tra Dieta Mediterranea e salute inserendo nella dieta prodotti salutari tipici dell’area del Mediterraneo come le noci, il melograno e l’hummus. Obiettivo la riduzione dell’obesità infantile.
Il secondo progettoValorisation of saffron and its floral by-products as sustainable innovative sources for the development of high added-value food products – SAFFROMFOOD”avrà invece come obiettivo principale la valorizzazione dei prodotti di scarto della produzione dello zafferano. Strano? Affatto, come dice il Prof. Del Rio,perché “I prodotti di scarto che derivano dalla lavorazione dello zafferano sono ancora ricchi di composti bioattivi, come carotenoidi e polifenoli”.

In verità sullo zafferano (Crocus sativus) si conosce poco o niente se non che colora di giallo i nostri piatti dandogli un aroma inconfondibile. Invece, è una realtà imprenditoriale ad alto reddito, specie in Abruzzo e Sardegna,ma con la creazione di nuove reti in particolare in Campania  è occasione di lavoro per piccole e medie imprese il cui primo risultato raggiunto è l’autoproduzione di bulbi. Lo zafferano è una pianta molto coltivata nei paesi del bacino del Mediterraneo, non a caso due dei partner coinvolti nel progetto provengono dall’Algeria, grande produttore di zafferano. Tuttavia, lo zafferano è poco conosciuto per i suoi composti bioattivi: contiene infatti una grande quantità di sostanze antiossidanti fondamentali per la loro azione contro lo stress ossidativo delle cellule, che potrebbero trovare impiego anche in cosmetica per la formulazione di prodotti contro l’invecchiamento della pelle.

SAFFROMFOODdice ancora il Prof. Del Rio – ha tra gli obiettivi quello di ottimizzare un metodo di lavorazione e valorizzazione di questi prodotti considerati di scarto e, successivamente, trovare un’applicazione nell’industria alimentare, degli integratori  e della cosmetica.”

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