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Rubrica di Emanuela Medi

Sono molte le leggende e le dicerie riguardanti la zuppa inglese e anche se molte città italiane ne rivendicano l’invenzione, perché la qualifica “inglese”?

Tra le tante dicerie,  ve ne sono due che  traggono l’attenzione: la prima indica che la preparazione nacque nel XVI secolo presso la corte Estense , e sarebbe stata portata a Ferrara da un diplomatico  che operava presso la casa reale Inglese. La seconda  ottocentesca, dice che la  ricetta fa la sua comparsa nell’area tosco- emiliana, verso la metà del XIX secolo, inventata da una governante di una famiglia inglese residente a Fiesole. Altra favola anche questa priva di solida documentazione, sarebbe stato il pasticcere Doney a  denominare zuppa inglese quella che era prima zuppa del Duca, perché il dolce piaceva molto ai turisti inglesi.

Oggi sappiamo che la vera zuppa inglese se non fu inventata sia stata divulgata a Parma da Vincenzo Agnoletti, all’inizio dell’800 il quale la chiama inglese per via del rum, liquore tipico della marina inglese. Agnoletti romano di nascita, fra il 1822 e il 134, è credenziere e liquorista alla corte di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, già moglie di Napoleone, duchessa di Parma . Proprio a Parma Vincenzo Agnoletti  lavora alle sue ricette che diventano famose presso la borghesia e le migliori famiglie parmigiane, cura e pubblica libri quali il manuale del cuoco e del pasticcere di raffinato gusto moderno e altri importanti ricettari.

. Per il grande pasticcere la zuppa inglese si fa con il rum, distillato tipicamente inglese, da cui deriva la qualifica inglese, a base di biscotti bagnati con il liquore, coperti con una crema o candito d’uovo o marmellata, e  guarniti con confetture, spume brillanti… la conferma che il marangone o biscotto inzuppato nel rum, è merito  di Vincenzo Agnoletti è fuori discussione come il fatto che fu lui a diffonderla  a Parma dove operava come pasticcere di Maria Luigia e nella circostante  area padana  tanto da divenire il dolce al cucchiaio  tradizionale della cucina di Bologna, Parma, Modena, Forlì, Ferrara, Ravenna e Reggio Emilia

In tempi più recenti la zuppa inglese non vede più la presenza del rum ma dell’Alchermes e del rosolio usati nel Rinascimento fino all’Ottocento, soprattutto a Firenze. Inoltre compare la cioccolata che aggiunge un briciolo di esotismo ad impreziosire la preparazione gastronomica.

“ Il piacere della tavola” di Giovanni Ballarini- ediz Diabasis

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