Che il 2019 sia stato un anno pesante lo indicano i dati: il mancato raccolto ha creato un danno di 73 milioni di euro e la produzione nazionale non ha superato i 150 milioni di euro. Eppure il nostro paese – tra i più controllati al mondo-detiene il record di oltre 50 varietà e vanta un settore importante con ben 60.000 apicoltori, 1.600 alveari censiti di cui il 50% stanziali, 256 mila sciami il restante nomadi.
Purtroppo come rilevato in molte occasioni, la delicata situazione climatica ha avuto un impatto determinante e negativo sulle api fattore che ha portato a una diminuzione tra miele e derivati dl 50% con punte, in alcune regioni, del 70% .. E non sarà migliore il 2020. Per rilanciare l’intero settore gli apicoltori italiani hanno lanciato un grande campagna di sensibilizzazione e ancora più recentemente presso la Commissione Agricoltura il FAI( Apicoltori Italiani) hanno chiesto maggiore attenzione e tutela per un comparto che nell’insieme produce un valore di 150 miliardi .Non sono soddisfatti gli apicoltori di altri paesi come nel Nord America e in generale in tutta Europa tranne le zone molto a nord e in alta montagna dove si è registrato un incremento di produzione . Il mercato è sempre più condizionato da un prodotto che arriva dall’estero, dall’Asia in particolare, a bassissimo prezzo e adulterato, e dalla concorrenza di altri Paesi che lavorano con costi di produzione decisamente più bassi.