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Rubrica di Emanuela Medi
 

Le denominazioni crescono: Ruche’ e Alta Langa docg

Non sono poche le  denominazioni che hanno chiuso un 2022 in crescita. Grande attenzione per Alta Langa DOCG che dal punto di vista commerciale ha raggiunto un  +40% sulle vendite rispetto all’anno precedente. La produzione attesa è di 3 milioni di bottiglie dall’ultima vendemmia. L’ingresso di 18 nuovi soci nel Consorzio porta il numero di membri della compagine a 134, tra case produttrici e viticoltori.

Dal punto di vista della promozione, un grande riscontro è stato ottenuto dalla quarta edizione de La Prima dell’Alta Langa: l’annuale evento di degustazione di tutte le cuvée dei soci del Consorzio  cui hanno partecipato 1200 operatori professionali accreditati da tutta Italia e dall’estero. Per esaltare il valore del “Made in Piemonte” con Italdesign è stato studiato un iconico calice, “Terra”, che il Consorzio usa negli eventi ufficiali ed è attualmente esposto nella mostra “DNA. I geni dell’Automobile nell’industrial design” in corso al Museo dell’Automobile di Torino.

Il calice “Terra” è stato protagonista delle degustazioni di Alta Langa DOCG all’interno dei Cooking Show della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, dove chef italiani e internazionali hanno presentato le loro preparazioni al Tartufo abbinate ai vini Alta Langa dei produttori soci del Consorzio.  Insieme al Centro Nazionale Studi Tartufo sta proseguendo il progetto pilota di sensibilizzazione dei soci viticoltori per dedicare una porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del tartufo bianco: 150 piante sono state messe a dimora tra i vigneti dell’Alta Langa, più altre 30 dedicate al tartufo nero.

Il 2023 porterà un forte segnale di fiducia nel futuro della denominazione, : vi sarà infatti una riapertura del bando vigneti che consentirà l’iscrizione di 220 nuovi ettari ad Alta Langa DOCG nel prossimo triennio 2023-2025. Dice la presidente, Mariacristina Castelletta: “Abbiamo fatto tanta strada in questi ultimi anni. Solo dieci anni fa i produttori erano 12, adesso siamo 55.
Ora inizia una nuova sfida: il prossimo triennio sarà determinante per il futuro. L’apertura sostanziale delle superfici ci proietta, entro 10 anni, in una dimensione doppia rispetto all’attuale.

RUCHÈ: CRESCITA IN VALORE E BOTTIGLIE

Ancora una ascesa, in numeri e in immagine. Chiude l’anno il Ruchè di Castagnole Monferrato, con una produzione giunta a 1.100.000 bottiglie e una denominazione che cresce del 10% nell’ultimo anno.Il dato più incoraggiante è l’incremento regolare, che porta ad una relazione ettari/ bottiglie tra le più performanti d’Italia: grazie alla crescita proporzionale tra produzione e superficie vitata, arrivata a 204 ettari, la produzione segue l’andamento del mercato, evitando squilibri potenzialmente dannosi. Lo stato di buona salute del Ruchè di Castagnole Monferrato è dimostrato anche dall’interesse crescente da parte di player esterni al territorio, tanto da portare a un aumento del valore dei terreni, passati da 5.000 – 10.000 euro ad ettaro non vitato di 10 anni fa a 30.000 – 50.000 euro in base alla posizione, e di 150.000 euro a ettaro per le superfici vitate.

Iniziano ad uscire le prime bottiglie di Riserva e c’è molta attenzione per questa nuova tipologia che dimostra la versatilità del prodotto e la sua capacità di collocarsi tra i grandi vini grazie all’introduzione della Riserva, anche le piccole aziende possono creare una segmentazione dell’offerta e offrire una più ampia gamma di Ruchè. Una valorizzazione resa possibile dall’unione dei produttori e grazie anche alla stretta collaborazione con il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, che dimostra quanto sia importante fare squadra.

Afferma Luca Ferraris, presidente dell’Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato. – Ora ciò che auspichiamo è la crescita di collaborazione con le amministrazioni comunali della denominazione, seguendo l’esempio del Comune di Castagnole Monferrato, che crede molto nella nostra attività>>. Il vino infatti porta lustro e crescita economica al territorio, basti pensare che su una popolazione di 5.000 abitanti nei 7 comuni della denominazione, il Ruchè di Castagnole Monferrato genera 10.000.000 di euro di Pil. << Vogliamo promuovere tutti e 7 i Comuni e creare beneficio a tutta la popolazione. – Continua Ferraris – In questo modo, accanto a Castagnole Monferrato, potremo far conoscere bellezze come il borgo di Grana, il Castello di Montemagno, la Torre di Viarigi, il Ricetto di Portacomaro e le bellissime colline di Scurzolengo e Refrancore.

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