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Rubrica di Emanuela Medi
 

L’ombelico della Sulamita

Il Cantico dei Cantici, attribuito a Salomone, che descrive minuziosamente le bellezze della Sulamita, fa menzione in particolare al  suo ombelico uguale a un vaso a mezzaluna dove il vino non manca.

Apriti cielo! Da secoli infuria lo scontro attorno a questo dannato ombelico. Lutero proprio lo detestava: bere a questo modo del vino nel vaso di una donna è cosa sconveniente, fuori posto, insomma una sciocchezza. Più o meno nello stesso periodo il poeta e mistico Luis de Leόn precisa che questo ombelico rotondo come una luna quando è piena, rappresenta ” il suo ventre rotondo, ben fatto, né flaccido, né magro, ma pieno di forza, che mai gli manca ”. Nel secolo scorso  Ernest Renan sosteneva che “la donna dell’ombelico” non si trattava della Sulamita, ma di una baiadera del serraglio di Salomone, il quale  ne tesseva le lodi mentre danzava e così scriveva ” il tuo seno è una coppa tonda, piena di un vino aromatico ”. La baiadera aveva un seno concavo? In realtà l’antropologo Gutierre Tibόn lo ha dimostrato senza dubbi: “L’ombelico della più bella di tutte le donne, perché proprio del suo ombelico si tratta, è cavo come una piccola coppa e rassomiglia a un quarto di luna”.

L’ombelico per un passaggio della Bibbia sarebbe un’allusione a Gerusalemme, chiamata l’ombelico della terra, mentre una nota alla traduzione ecumenica della Bibbia indica che si potrebbe trattare di un eufemismo per designare il sesso femminile. Per Desmond Morris noto etologo, l’ombelico a forma di chicco di caffè si schiude e rivela due piccole labbra segno potente di sessualità. Non era il caso della Sulamina che di certo non accettava che lo si usasse come bicchiere di vino! Già il vino, ma cosa c’entra? In realtà non lo sappiamo. Ma il mito irresistibile è rimasto tanto che nelle Mille e una notte, Shahrazād sosteneva che il suo ombelico poteva contenere un’oncia di muschio “il più soave di tutti i profumi”. Pepe macinato, semi di papavero, spezie afrodisiache, nettare di api, incenso e perché no un Chateau Margaux , un Sassicaia, un Aglianico del Vulture: perché ancora oggi l’ombelico può essere il ricettacolo di essenze varie da cui gli amanti ne traggono rinnovate forze. Basta crederci!

 

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