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Rubrica di Emanuela Medi
 

L’Orto dei frutti dimenticati

Biricoccolo, giuggiola, azzerolo, corniolo, ciliegia cuccarina, pomariello… se questi nomi non vi dicono nulla è perché non avete (ancora) visitato l’Orto dei frutti dimenticati! Questo gioiello nascosto si trova in una zona della Romagna chiamata Valmarecchia, e più precisamente nel piccolo borgo di Pennabilli dove, negli anni 80, il maestro Tonino Guerra (poeta, sceneggiatore, scrittore e grande nome del nostro panorama culturale) decise di stabilirsi, finendo per lasciarvi impressa indelebilmente la propria l’impronta. Pennabilli è infatti il fulcro del museo diffuso ‘I luoghi dell’anima’ che comprende sette diversi musei sparsi nella zona, ideati proprio da Tonino Guerra con l’obiettivo di animare la fantasia del visitatore.

Prima tappa ad esser stata realizzata, l’Orto dei frutti dimenticati è nato nel 1990 strappando all’incuria un terreno appartenuto ai frati missionari del Preziosissimo Sangue. La volontà di Tonino era quella di creare un Giardino-Museo dei sapori, un luogo dove preservare prodotti della flora spontanea dell’Appenino che le moderne tecniche agricole hanno quasi del tutto cancellato dal paesaggio.

Si è per questo rivolto a Carlo Pagani, vivaista di Budrio, che ha raccolto e donato piante da frutto e specie arboree che per consuetudine e tradizione si usavano mettere a dimora attorno alle case contadine. Nel tempo, l’Orto è arrivato a comprendere più di 100 specie di piante, tra cui diverse specie di meli, peri, susini, peschi e ciliegi che si ergono tra more, ribes e bacche di ogni tipo. L’Orto ospita inoltre un albero che non è la rarità a rendere speciale, bensì il significato: è il Gelso della Pace, messo a dimora il 15 giugno 1994, dal XIV Dalai Lama del Tibet in ricordo della sua visita a Pennabilli effettuata in occasione del 250° anniversario della morte di Padre Francesco Orazio Olivieri, missionario cappuccino in Tibet e orientalista pennese.

Le attrazioni dell’Orto però non finiscono qui: al suo interno si trovano sparse opere d’arte di artisti contemporanei e dello stesso Tonino Guerra, unite dal fil rouge della memoria e della riflessione.  Tra queste spiccano due opere dedicate a personaggi ormai divenuti di culto, ai quali Tonino Guerra era legato da uno stretto rapporto amicale prima ancora che professionale: la ‘Meridiana dell’incontro’ sulla quale nel primo pomeriggio, una scultura in bronzo raffigurante due colombi si trasforma nei profili di Federico Fellini  e di Giulietta Masina; la ‘Cappella di Tarkovskij’ dedicata al celebre regista russo, autore di capolavori quali ‘Stalker’ e ‘Solaris’.

“Ho pensato che fosse necessario un museo dei sapori, per non dimenticare il gusto di quelle piante che stavano addosso alle vecchie case contadine e che oggi sono scomparse, come il biricoccolo o l’azzeruolo. L’Orto dei frutti dimenticati è un piccolo museo dei sapori per farci toccare il passato”. (Tonino Guerra)

Matilde Scuderi, giornalista

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