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Rubrica di Emanuela Medi
 

Luci e ombre dell’Enoturismo in Italia

È stato recentemente pubblicato dall’Università di Salerno e dalle Città del Vino, il 15° Rapporto sul Turismo del Vino in Italia:  2,5 miliardi di euro è il giro d’affari che ogni anno coinvolge l’intera filiera nel nostro paese,  ben 14 milioni l’anno i visitatori, i quali spendono, in media, 85€ al giorno (gli “avventori”, ovvero chi non effettua pernottamento), e 160€ per chi pernotta.

Sebbene si tratti di buoni risultati, ci sono degli accorgimenti che potrebbero essere presi per migliorare ulteriormente. Dal sondaggio esplorativo emerge per esempio che su 432 Comuni aderenti a Città del Vino, il 52% non prevede il pagamento di una tassa di soggiorno, e che circa il 60% dei Comuni è privo di un Ufficio Turistico.

Gli enoturisti, secondo lo studio, rappresenterebbe ben il 26,9% del fatturato totale delle aziende vitivinicole ed il 36% di quello dei ristoratori e albergatori. Ritenuta buona l’offerta enoturistica da parte degli avventori, con un voto medio di 7,18, mentre è più scarso il giudizio relativo alla qualità delle infrastrutture di collegamento tra i luoghi da visitare (voto medio 5,4) e per il funzionamento delle Strade del Vino e dei Sapori (voto medio 5,8), a cui aderiscono circa il 60% dei comuni.

Vendita diretta in cantina, visite e degustazioni  rappresentano il 65% delle attività commerciali delle aziende cui gli enoturisti fanno visita. Bene i servizi generali offerti: l’unico neo è rappresentato dai servizi rivolti all’accessibilità per disabili.

Infine, la Toscana è la regione d’Italia che attrae più enoturisti, per un totale del 48,41%, seguita da Piemonte, Trentino Alto Adige e Campania.

Claudio Chiricolo

 

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