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Rubrica di Emanuela Medi
 

Maggio 2019, un mese da dimenticare per l’agricoltura e non solo

Pioggia costante, grandine, neve, forte vento e bombe d’acqua: questo è ciò che il mese di Maggio 2019 ha portato sull’Italia, facendo registrare livelli record di basse temperature, tanto da essere uno dei Maggio più freddi degli ultimi 70 anni. Tutto ciò ha creato inevitabilmente grossi danni all’intero settore tanto che in alcuni regioni d’Italia si stanno avanzando la richiesta di stato di crisi.

Purtroppo sono tante le coltivazioni colpite in maniera seria, a partire da quella di cereali, foraggere e fieno del quale si è già perso il primo raccolto, il più ricco di nutrienti. Danni di forte entità anche alle eccellenze del territorio come fragole, nespole, meloni, cocomeri, pesche, albicocche ed agrumi: Coldiretti stima, per esempio, una perdita del 70% delle Pere Abate e Kaiser, in Veneto e Emilia.

Male anche ortaggi, vigneti, oliveti e noccioleti, che contano i danni più pesanti nelle regioni di Lazio, Campania e Puglia. Primavera disastrosa anche per l’apicoltura, con Confagricoltura che indica una perdita tra i 5 ed i 10 milioni di chili di miele acacia.

Il pessimo clima colpisce  anche i settori attinenti: la Fipe( Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha stimato, per il mese di maggio una perdita di fatturato pari a 2,9 miliardi dieuro nel settore del turismo, pari ad una flessione del 26% e ad una perdita di 50.000 posti di lavoro (pari a oltre 77 milioni di ore di lavoro). Per la ristorazione la perdita è stimata a circa 600 milioni di euro. Meno gite “fuori porta” e meno consumi “stagionali”, poi, accrescono in modo difficilmente calcolabile il valore dei danni correlati.

Claudio Chiricolo

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