“Qualità è emozione, eccellenza è l’impressione di immergermi in qualcosa che mi deve coinvolgere, sia esso vino o dolce”. Spiega così Helmut Kocher, instancabile WineHunter, i caratteri del suo Winefestival, giunto quest’anno alla 26^ edizione.
Oltre 4000 etichette di selezionate aziende produttrici, non meno di 450 case vitivinicole tra le migliori in Italia e nel mondo, 200 artigiani del gusto e 15 cuochi di spicco.
La grande Kermesse inizia il 10, ma è preceduta il 9 dal convegno “Naurae&Purae” ai Giardini Trautmansdorff cui intervengono esperti del mondo del vino per rispondere alla domanda “Quo vadis? Food&Wine, the future is natural? Ovvero i vini del futuro risponderanno alla domanda della sostenibilità purezza e naturalezza. E’ ormai indiscussa la forte ascesa del mondo del bio certificato che secondo alcune statistiche di AssoBio, basate sui dati Nielsen circa l’andamento delle vendite biologiche, hanno dimostrato un +19% rispetto al 2016 e la crescita di realtà produttive un tempo di nicchia che producono con metodologia biodinamica”.
“Con Bio&Dynamica – dice Helmut Kocher patron del Festival – ho voluto dare risalto a questo settore che sta in parte interpretando il futuro dell’enologia, attento a un concetto di garanzia che deve dare un azienda il cui prodotto finale viene acquistato dal consumatore. Abbiamo inoltre creato – sempre in Bio&Dynamica – un percorso Naturae et Purae – dice ancora Kocher – tra naturalità e purezza con 100 produttori selezionati cui per la prima volta si affiancano gli orange”.
Per Attilio Scienza ordinario di Viticoltura Università di Milano, “il 2017 non è da considerarsi un fenomeno, piuttosto l’inizio di un nuovo ciclo, dove l’aumento della temperatura di 1-2 gradi cambierà la geografia del vigneto e imporrà un nuovo modo di coltivare La vigna: inerbimento, chioma, concimazione azotata, nuove varietà di vitigni o modifica delle attuali, insomma la cisgenetica”.
Il convegno affronta anche il tema della ricerca con i vini ricavati da vitigni PIWI. Sono vini sconosciuti, recentemente legalizzati , da pochi anni vinificati ma dal grande futuro e dalla grande, grandissima utilità. Tutto parte dalla reale necessità di salvaguardare le viti dalle malattie funginee particolarmente diffuse nei paesi del Centro Europa dove il clima umido e piovoso favorisce le micosi quali la peronospora, oidio e muffa grigia.
Come renderle resistenti senza ricorrere a tecniche agronomiche? Si è ribaltato il problema:aumentare le difese con tecniche di ibridazione fra differenti specie del genere vitis o utilizzare tecniche di bioingegneria inserendo nel patrimonio genetico di una certa varietà, geni con i caratteri della resistenza a determinati patogeni. Da ibridi e incroci tra viti americane e europee, ma anche asiatiche, sono nati i PIWI dal tedesco Pilzwiderstaufaling, studiati e prodotti in Italia con la consulenza della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, l’Università di Udine in collaborazione con i Vivai Cooperative Rauscedo.
Nel Registro Nazionale delle varietà di vite sono inserite 19 varietà resistenti (10 a bacca bianca 9 a bacca nera), molti dei quali come il Bronner, Cabernet Cantor, Cabernet Cortis, Solaris e Sauvignier Gris è possibile trovarli nella cantina di Appiano. Da vini scadentissimi, a vini di ottima qualità, privi di odori sgradevoli quali i sentori di volpino, i PIWI si raccontano come:
Bottiglie dei due
Sauvigner Gris di Thomas Niedermayer 2014 (medaglia d’oro 2016) 100% Sauvigner Gris dal colore giallo intenso con sentori di pompelmo, mandorla, ginestra, spezie dolci. Fresco, armonico. E’ un vino tranquillo, di facile beva (resistente allo oidio e alla peronospora).
Zero Infinito di Mario Pojer e Fiorentino Sandri da uve Solaris coltivate in Val di Cembra
Dovrebbe essere consumato senza i lieviti in sospensione ma i contadini preferiscono agitarlo “prima dell’uso”. Lo Zero Infinito si presenta con colore giallo paglierino, dai sentori di pompelmo, ananas fresco e fiori di sambuco. Grande corpo, notevole freschezza con note citrine. E’ capace di spiazzare al primo assaggio ma poi si concede…molto lungamente.
Da Merano, Emanuela Medi giornalista, sommelier