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Rubrica di Emanuela Medi
 

Mirtillo, le prospettive scientifiche e commerciali dell’“oro blu”

A livello globale il mirtillo è il piccolo frutto in più rapida ascesa; per questo mercato in costante espansione il Trentino è un player importante a livello nazionale.  Da questi presupposti è nata la conferenza europea Blueberry che si è conclusa  mercoledi 14, organizzata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con Consorzio Innovazione Frutta e Cooperativa Sant’Orsola.

Il mirtillo è una coltura con grandi potenzialità, se si considera che i piccoli frutti nell’ultimo decennio sono stati la categoria di prodotto frutticolo di maggior valore. La produzione trentina di mirtillo, iniziata nei primi anni ’90 con l’introduzione della varietà Brigitta, è aumentata notevolmente nello scorso decennio per arrivare ad oltre 700 tonnellate su circa 86 ettari.  In questo contesto la Fondazione Edmund Mach rappresenta un interlocutore cruciale impegnato nei programmi di miglioramento genetico e in diffuse e puntuali azioni di supporto tecnico:. tra gli obiettivi principali c’è lo sviluppo di biomarcatori di selezione e analisi diretta di texture, aromi, conservabilità del prodotto e relativa genomica.

“Quello che noi vogliamo – dice Lara Giongo del FEM – è individuare quei geni responsabili degli aspetti funzionali e di piacevolezza per migliorarli. Il mirtillo è 1 dei 6 cibi funzionali per l’alto valore nutritivo rappresentato dalla grande presenza di antociani, potenti antiossidanti presenti naturalmente nel nostro corpo ma presenti anche in natura, come nei mirtilli.  In quella che viene chiamata battaglia tra radicali liberi( molecole dannose per il nostro organismo) e gli antiossidanti spesso questi  prevalgono e sono fondamentali per le malattie immunitarie e degenerative

Un frutto molto conosciuto a apprezzato in America dove il consumo pro-capite per anno è di 1kg e 300 grammi , mentre in Europa, compreso il nostro paese, è di poco più 200 grammi pro-capite per anno.” Il miglioramento genetico -dice ancora Lara Giongo- non riguarda solo le proprietà funzionali ma anche  organolettiche come la texture, la croccantezza, gli aromi , i profumi che devono essere ancora più riconoscibili; insomma la piacevolezza del frutto per invogliare il consumatore ma anche le aziende

“Il mirtillo è un piccolo frutto, ma con grandi potenzialità. Il senso di questo convegno – ha spiegato il presidente FEM Andrea Segrè – è quello di trovare un linguaggio comune tra la ricerca, la produzione e la commercializzazione: siamo orgogliosi di averlo organizzato in collaborazione con CIF e Sant’Orsola, mettendo a fattor comune le nostre conoscenze e mettendo a disposizione il lavoro fatto negli ultimi 15 anni nel settore ‘berries’”.

E’ un frutto dal valore aggiunto per ora confinato nella produzione al Nord Italia ma che cresce benissimo  in altre aree come la Calabria dove già esistono interessanti produzioni.

Proprietà tante da quelle immunitarie come ricordato da Lara Giongo, a una specificità rappresentata  dalla capacitò di favorire la rigenerazione della retina e di migliorare l’ acuità visiva specie notturna. Ancora: la  presenza  di catechine sono  in grado di attivare i  geni antigrasso soprattutto delle cellule adipose  addominali  e può essere considerato un elisir di lunga vita per la buona quantità che possiede di zinco, ferro. selenio, vitamine A,B,C, E.

Non ci sono motivi validi per non utilizzare questo frutto a colazione, come merenda, nelle insalate: oltretutto è poco calorico!

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