a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
 

Monferrato: un “set” vinicolo

Il Monferrato è una regione storico-geografica del Piemonte centromeridionale, prevalentemente compresa nelle province di Asti e di Alessandria, con qualche lembo in quelle di Torino e di Cuneo.

Si estende verso sud a partire dalla destra idrografica del Po, sino a giungere ai piedi dell’Appennino ligure. Inoltre confina con altre regioni geografiche e storiche del Piemonte appartenenti alla provincia di Cuneo, ossia le Langhe e il Roero e a Nord Est con la regione storica lombarda della Lomellina. Il territorio infine confluisce a Ovest, senza soluzione di continuità, nella zona delle Colline Torinesi.

Le valli del Borbore e del Tanaro dividono il territorio in due parti, il Basso Monferrato a nord, fino al corso del Po, e l’Alto Monferrato, attraversato a sud dal torrente Belbo. Un territorio che si spande, in senso longitudinale per circa 60 chilometri e quasi 40 in senso latitudinale.

Il nome “Monferrato” deriverebbe dal latino “Monsferax”, cioè monte fertile e ricco; altri farebbero riferimento ai ferri lasciati dai Romani nella loro conquista, da cui “Monsferratus“.

Il 22 giugno 2014 è stato ufficialmente incluso, assieme a Langhe e Roero, nella lista dei beni del Patrimonio dell’Umanità dell’ UNESCO.

Il Monferrato è una regione di colline, costituita da rilievi cenozoici dolcemente ondulati in cui predominano calcari marnosi, sabbie e argille. Venti milioni di anni fa la catena alpina era ormai costituita e nell’area mediterranea si produsse una nuova risalita di calore dal mantello terrestre che determinò l’inarcamento e la rottura della crosta europea. Il mare ricopriva la Collina di Torino, le Langhe, il Monferrato e la Pianura Padana. Successivamente il Mar Mediterraneo si aprì e l’acqua dell’oceano riprese a circolare; tra la catena alpina e quella appenninica si era formato un golfo triangolare che ricopriva l’intera Pianura Padana. A seguito dei continui sollevamenti della catena alpina ed appenninica il mare si ritirò da questo golfo e l’accumulo di sedimenti portati dai fiumi diede origine ad una pianura alluvionale, che corrisponde all’attuale Pianura Padana. I depositi marini di questo periodo sono visibili nell’attuale area astigiana del Monferrato; alcune isole emergevano dal mare che ricopriva il Piemonte, l’attuale Collina torinese e il Basso Monferrato. Dai resti fossili sappiamo che il clima di quel periodo era di tipo subtropicale, e quindi più caldo ed umido di quello attuale. Un milione di anni fa il clima subì un ulteriore cambiamento aumentarono le piogge e le temperature si fecero più fredde. Questo portò alla nascita dei ghiacciai alpini, le lingue glaciali correvano lungo le valli,  arrivando fino alla pianura. Il materiale detritico che proveniva dai monti costruì imponenti anfiteatri morenici.

Quindi, i terreni del Monferrato e la roccia sottostante che li ha originati derivano da sedimenti marini più o meno profondi. La “linea di spiaggia” è ancora riconoscibile nelle zone dove i suoli da limosi e chiari diventano sabbiosi e più scuri. A questa matrice calcarea, alcalina, piuttosto povera di nutrienti, si legano le caratteristiche dei suoli e quindi dei vini, ricchi di note fruttate, che si ottengono da questo particolare “terroir” dallatradizione millenaria. Un territorio dove i romani avevano già diffuso, per motivi economici e istituzionali, la coltivazione della vite.

Il Monferrato è un sistema collinare compreso tra i 120 e i 350 metri s.l.m., che si trova nel cuore della fascia temperata: il 45esimo parallelo attraversa il comune di Vignale Monferrato. Le Alpi ed il mare (rispettivamente a circa 130 e 90 km) influenzano il clima del Monferrato e lo rendono ottimale per la pianta della vite. Infatti il semicerchio di montagne offre protezione rispetto alle perturbazioni da Nord e Ovest, per cui la piovosità annuale è limitata a circa 600-700 millimetri di pioggia; gli inverni sono relativamente miti rispetto alla latitudine, con minime di pochi gradi sotto zero  e, solitamente, le precipitazioni nevose sono modeste. Nel Monferrato i vigneti occupano le pendici collinari, con esclusione dei versanti a Nord, riservati al noccioleto o al bosco. La pioggia è più frequente in autunno e primavera, rara in estate. Ma i temporali e la grandine sono sempre in agguato.

Nel Monferrato la vite germoglia in aprile e fiorisce ai primi di giugno. Le uve nere si colorano in agosto: la vendemmia comincia ai primi di settembre per le varietà più precoci (Chardonnay) e si conclude a metà ottobre per le più tardive (Barbera), con notevoli differenze legate all’andamento dell’annata.

Il Monferrato è un territorio dalla grande biodiversità, in cui si coltivano numerosi vitigni: Barbera, Ruchè, Grignolino, Dolcetto, Freisa, Cortese, e poi ancora Cabernet Sauvignon, Pinot Noir, Cabernet Franc, Sauvignon Blanc, Chardonnay. Questo è possibile soprattutto grazie alla topografia del territorio, fattore che ha un grande impatto sullo sviluppo delle uve. Le ampie colline che dominano il Monferrato non sono solo differenti in quanto a terreni, ma presentano anche diverse esposizioni al sole, dissimili pendenze per il drenaggio, varie composizioni e altezze per la temperatura dei vigneti.

Riprendendo le parole dell’enologo-scienziato Donato Lanati, ”la nostra forza futura sarà quella di far recitare i giusti attori nei giusti “set” vinicoli che abbiamo, dove si raggiunge l’eccellenza con dei vitigni che sono unici. Possediamo una biodiversità ed ecosistemi che nessun altro Paese può vantare, è importante però saper comunicare questa ricchezza creando curiosità, perché attorno ad un bicchiere di vino, al di là dell’aspetto organolettico, c’è storia, tradizione, emozione e unicità da vendere. Lanati cerca nel vino l’autenticità, che vuol dire il connubio vitigno/ambiente, il tutto attraverso la visione del produttore, perché senza l’apporto dell’uomo non ci sarebbe nessun grande vino e nessun grande territorio.

Luigi Gorietti, sommelier

Tag degli articoli
Condividi sui social network