Raccontare in prima persona la propria storia di malato fa parte di quella narrativa terapeutica giudicata molto importante dai medici per i malati stessi ma anche per tutti coloro che si prendono cura del familiare e/o del paziente. E’ ora la volta del volume “ Cuore stanco” Raccolte all’interno del progetto TRUST- The Roadmap Using Story Telling-curate dalla Fondazione ISTUD con il supporto non condizionato da Novartis.
Ottantadue persone con Scompenso cardiaco, sessantuno familiari e trenta professionisti hanno condiviso la propria esperienza sullo Scompenso Cardiaco, una malattia che interessa in Italia un milione di persone e fa registrare 200.000 nuovi casi all’anno, caratterizzata da una progressivo scadimento della qualità di vita.
Alla realizzazione del volume hanno collaborato Massimo Volpe e Marco Testa della Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Sant’Andrea, della Facoltà di Medicina e Psicologia di “Sapienza”, Università di Roma, e altri 20 professionisti nella cura dello scompenso cardiaco selezionati in centri Italiani, loro pazienti e caregivers. Alla base del progetto ci sono i principi della Medicina Narrativa: “ . Nell’essere ascoltato- afferma Maria Giulia Marini, Innovation and Scientific Director dell’Area Sanità e Salute, Fondazione ISTUD.- il paziente percepisce conforto e nel raccontare riesce a distanziarsi da una condizione di sofferenza. La narrazione e l’ascolto non richiedono più tempo, ma un tempo di qualità, tempo in cui il paziente si sente accolto e che permette al medico di stabilire una relazione di fiducia per un percorso di cura personalizzato”