Il primo Rosè di MORA&MEMO firmato da Elisabetta Pala: un blend di Cannonau e Monica, prodotto in settemila bottiglie, vuole brindare all’estate che in Sicilia per la verità con 40 gradi, è già arrivata. Abbiamo conosciuto Elisabetta a Vinitaly nell’ambito della degustazione organizzata dalle Donne del vino, dal titolo” una degustazione rivoluzionaria” per l’età delle imprenditrici tutte under 30, per la vivacità e la passione dimostrata ma soprattutto per la capacità di aver offerto vini interessanti e nuovi.
Elisabetta Pala figlia d’arte ha voluto dare un’impronta personale all’azienda di famiglia con una giovane cantina situata a Serdiana piccolo borgo del vino nel sud Sardegna. Il nome scelto per la nuova etichetta, un blend di Cannonau e Monica vuole confermare il forte legame tra la cantina e il suo territorio.
“Il rosato sta vivendo un momento magico nei gusti dei consumatori – afferma Elisabetta Pala, a capo di Mora&Memo – soprattutto dei più giovani, anche in un paese come l’Italia tradizionalmente poco appassionato al consumo di rosé. Quando ho deciso di arricchire la nostra offerta, non ho avuto dubbi: volevo un vino capace di conquistare tutti, anche chi preferisce bere altro durante l’aperitivo o la cena. Un vino fresco che ricorda il sole brillante della Sardegna e il profumo delle sere d’estate”.
La fierezza del Cannonau (50%) e la morbidezza del Monica (50%) danno vita a un vino dal colore rosa salmone, dal bouquet elegante e intenso: prevalgono i piccoli frutti rossi, ciliegia, lampone, mora, con note floreali e una piccola salinità. Frutto della vendemmia 2018, dopo un breve contatto con le bucce, il mosto fermenta in vasche di acciaio con lieviti selezionati a temperatura costante di 15° C.
La nuova etichetta è proposta in sole 7000 bottiglie, ciascuna custodita in un’originale Bordolese Cubana Supreme con fondo spesso e tappo in vetro, nello stile Mora&Memo. Sull’etichetta tornano le bandidas di Katia Marcias: donne forti, che per l’occasione cedono un pò della loro austerità e si fanno più audaci, seducenti. Proprio come il vino che vogliono raccontare.
La scelta del nome segue la tradizione voluta da Elisabetta: E’ gioca con la finale di rosé come già fatto per Nau (Cannonau), Ica (Monica), Tino (Vermentino di Sardegna) e Tino Sur Lie.