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Rubrica di Emanuela Medi
 

I vini a bassa gradazione alcolica

Sono ancora una nicchia, ma con un ottimo potenziale di crescita specie in Canada, USA, UK e Germania. Il problema, come racconta il report di Wine Intelligence, è che in molti non ne conoscono neanche l’esistenza.

Il vino a basso contenuto alcolico rimane una categoria complessa e interessante, con diversi mercati che mostrano segnali incoraggianti di crescita, nonostante ostacoli importanti ancora esistenti. Secondo il report “Lower Alcohol Wines – A Multi-Market Perspective 2016” di Wine Intelligence (www.wineintelligence.com), che ha analizzato l’andamento dei vini a basso tenore alcolico su otto mercati differenti, è dal Nord America che arrivano le indicazioni migliori, con un 2015 in decisa crescita. Il Canada ha mostrato la crescita maggiore anno su anno, con i consumatori che sono passati dai 5,1 milioni del 2014 ai 7 milioni del 2015. La categoria 6-8,5 gradi ha visto un aumento particolarmente marcato nel 2015, conquistando il 22% dei wine lover, il doppio dell’anno precedente.

Nel frattempo, gli Stati Uniti rimangono il più grande mercato della categoria, con 40 milioni di consumatori, pari al 43% di tutti i wine lover del Paese. Un altro mercato in crescita è quello del Regno Unito, dove il 34% dei bevitori regolari ha acquistato vini a basso tenore alcolico, ed un altro 20% che si dice aperto alla possibilità.

Una crescita dettata soprattutto da un aumento della preoccupazione per la salute , che riflette una tendenza più ampia di riduzione dei consumi alcolici. In questo senso, anche la Germania, che ha nella bassa gradazione alcolica una caratteristica stilistica di molti suoi vini, resta un mercato forte, con il 47% dei wine lover che, infatti, opta per vini a bassa gradazione, la percentuale più alta tra tutti i mercati analizzati.

A fare da contraltare alla crescita di molti mercati, c’è il tracollo della Francia, dove, al contrario, il numero di acquirenti è sceso da 12 a 7 milioni nel giro di un anno, un calo spiegato con un certo pregiudizio da parte dei wine lover d’Oltralpe: per un quarto di loro, infatti, il vino a bassa gradazione alcolica non è un vero e proprio vino. “È evidente che i vini a basso contenuto di alcol abbiano un enorme potenziale di crescita in diversi mercati, ma per ora – commenta Richard Halstead, Ceo di Wine Intelligence – la categoria rimane una nicchia. Un fattore cruciale per capire se avranno la capacità di uno slancio ulteriore ed uscire dal guscio è il superamento dell’ostacolo più grande: farsi conoscere, perché molte persone, molto semplicemente, dei vini a basso tenore alcolico non sanno neanche l’esistenza”.

 
(Winenews)
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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.