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Rubrica di Emanuela Medi
 

Oggi riapre tutto o quasi. A quando la riapertura delle grandi opere?

8 milioni di lavoratori in cassa integrazione, circa 400.000 imprese a rischio molte nel comparto della ristorazione… e, arrivano 55 miliardi. 

Dopo un lungo braccio di ferro, tra Regioni e Governo, oggi lunedì 18 maggio, riapre tutto o quasi con le” distanze ravvicinate” per bar e ristoranti: 1 metro per questi ultimi, mascherine e guanti per il personale, ricambio d’aria anche per negozi e alberghi, 10 mq per ogni ombrellone con personale di spiaggia che faccia rispettare le regole. In realtà  quello che emerge è   che non vi è quasi più nulla di restrittivo, ha vinto l’emergenza economica  e la voglia  di fare presto per rimettersi in gioco. 

Battistrada il modello Emilia Romagna ma in fondo ogni Regione decide per conto suo .Riapertura anche per parrucchieri, estetisti, mercati non alimentari e con le dovute precauzioni musei, gallerie d’arte, siti archeologici. Si riapriranno le frontiere dal 3 giugno per i paesi dell’area Schengen compresi Svizzera e Monaco: in pratica chi entrerà in Italia non dovrà più sottoporsi alla quarantena obbligatoria, misura importante per far riprendere il flusso turistico.

La Fipe (Federazione  Italiana Pubblici Esercizi) ha espresso la propria approvazione ma con riserva a fronte delle richieste per aiutare i tanti esercizi in crisi).

E LE IMPRESE?  Occorre un piano strutturale importante se solo si considera che le grandi opere come l’alta velocità che possono durare anche 10 anni danno reddito a migliaia di persone compreso l’indotto. Dovrebbe essere emesso un decreto nel qual saranno indicate le opere infrastrutturali prioritarie da mettersi in cantiere a breve i cui progetti in gran parte sono stati approvati, con l’eventuale nomina di commissari ad acta per superare soprattutto le  lunghe procedure burocratiche .

Non siamo economisti ,ma molto  dipenderà  da quanto e quello che potranno fare TUTTI a partire dal   senso di responsabilità individuale nel rispetto delle regole  per non fare pericolosi retromarcia.

Emanuela Medi, giornalista

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