Minimo storico della produzione italiana per l’annata 2018/2019 con 175.000 tonnellate di olio di oliva (-59% sull’anno precedente) e ora si parla di prezzi con un record negativo: meno di 5/6 euro il litro e si prevede di arrivare a 3,5 euro euro!
Se si considera che il costo di produzione di un chilo di olio extravergine italiano è sui 7/8 euro è ben difficile che il produttore riesca a ripagarsi delle spese. Ci guadagna il consumatore che compra a meno? Neppure per sogno! Il mercato esige grandi numeri e questo lo può fare solo l’industria che può acquistare olio in gradi partite al miglior prezzo da qualunque parte del mondo provenga senza andare troppo per il sottile sull’olio di qualità . Ma l’osannato extravergine di oliva che fa tanto bene alla salute e che poteva avere una discriminante sul prezzo, ora come lo si riconosce? L’Italia è assente nel COI (Oleico Internazionale, dove si decidono le regole del mercato e dove sono rappresentati tutti i Paesi produttori) e peggio non ha una strategia politica. Fa bene Slowfood ad impegnarsi sull’unica arma vincente: informare, educare i consumatori: ben vengano i corsi di degustazione a livello regionale per conoscere i 750 eccellenti oli italiani
Fonte: Mauro Pasquali slowfoodveneto