“Sarà il mercato a decidere del futuro del Pinot Nero: se comprarlo, se berlo, l’ultima parola spetta ovviamente al consumatore”.
Non poteva essere meno incisivo HansTerzer, in una chiacchierata telefonica di non molto tempo fa: il” mago del vino bianco” , uno dei dieci winmakers più famosi del mondo, con una passione .. per il Pinot Nero. “ Certamente- dice Terzer- l’Alto Adige è il terroir ideale per questo vino di grande qualità. Abbiamo più dell’8% della nostra superficie vitata ma vogliamo far di più. Per me diventerà presto il primo vino rosso dopo la Schiava che è il vitigno a bacca nera più diffuso dell’Alto Adige. Pochissime le zone in Italia che possono vantare un territorio e un clima ideale come il nostro: piccole particelle in Piemonte e in Lombardia , in particolar in Franciacorta”
“Il segreto del nostro Pinot Nero?-´continua Terzer- sono tre: il terreno calcareo e l’altezza. Tutti i vigneti sono collocati in collina ad un altitudine tra i 350-500m . Fattore che garantisce alle uve freschezza, quindi buona acidità e ventilazione proveniente per lo più dal Lago di Garda. Una giusta ventilazione è molto importante perché impedisce alle uve di produrre muffe, di rimanere sempre pulita a contatto con il lungo irraggiamento solare, specie estivo.
Ma c’è un terzo elemento che garantisce a queste uve un’ alta qualità: la cura in vigna. In Alto Adige non esistono grandi proprietà ma la produzione è caratterizzata da piccoli appezzamenti che non superano l’ettaro. E’ tipico da noi che un’abitazione invece del giardino sia circondata da un vigneto. Questo vuol dire che la famiglia ha tempo e mette una grande passione nella cura dello stesso. Abbiamo per questo una mano d’opera esperta, attenta, sicura che io chiamo VIVA , perché ogni acino viene coccolato, come se fosse un fiore in un giardino. Questo di solito non avviene nelle grandi produzioni del Merlot o del Cabernet specie se coltivati su grandi estensioni. Molti dicono che è un uva capricciosa, instabile capace di dare grandi emozioni ma anche banalità, ed è vero”.
Di colore, granato chiaro , data la scarsa presenza di antociani, brillante, raffinato dai sentori di piccola frutta di bosco: ribes, more, fragoline e poi il classico fume. Vinificato in acciaio e barrique/ tonneaux, la riserva . Insomma un vino da meditazione da abbinarsi al capriolo,alla cacciagione, a formaggi stagionati , l’importante è che non vi siano sapori molto forti da coprire il gusto delicato di un Pinot Nero raffinato Un bel pesce, perché no? Ma da dove proviene questo Signor Vino. Naturalmente dalla Borgogna. Ne parla Plinio Il Vecchio nel “Naturalis Historia,” lo cita Columella nel”De Re Rustica”. Ha un albero genealogico importante. E’genitore di molte altre uve come lo Chardonnay, il GamayNoir, Aligotè, Melon, Lagrein e con discendenti di secondo grado come lo Syrah. Non male!
Emanuela Medi, sommelier