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Rubrica di Emanuela Medi
 

Qualità Alto Adige: un marchio di successo

Sono stati pionieri a livello europeo nel garantire la qualità e l’origine dei prodotti alimentari diventando anche un esempio di grande successo di marketing regionale connesso a livello europeo.

Ma andiamo per gradi: nel settore alimentare  il nome” Alto Adige” è sempre stato sinonimo di qualità: un’immagine positiva dovuta a processi di produzione , controlli e promozione ineccepibili  effettuati dalla Provincia autonoma di Bolzano in collaborazione con la Camera di Commercio di Bolzano.

Perché non tutelarli e valorizzarli:  con la legge del 10 novembre 1976 è stato creato il” marchio di tutela Alto Adige” come garanzia di alta qualità controllata. Una legge che prima di molte altre, faceva sua  l’esigenza dei consumatori di avere precise informazioni sull’origine, composizione e lavorazione dei prodotti .E difatti una indagine svolta nel 2015 tra i consumatori altoatesini attestava che costoro erano disposti a spendere di più per i prodotti di qualità dell’Alto Adige. A seguire molte altre tappe: il marchio ombrello” Alto Adige” nel 2005 che ha consentito di sviluppare sinergie a livello regionale ed  europeo, poi  la sua  sostituzione con  il marchio” Qualità Alto Adige “con riferimento alla alta controllata qualità dei prodotti e la con la dicitura Alto Adige alla loro origine.

12 i prodotti o le categorie alcune famose come lo Speck Alto Adige IGP, la mela Alto Adige IGP, il formaggio Stelvio DOP, i vini Alto Adige DOC  che si possono fregiare di una denominazione d’origine europea. Per tutti i prodotti esiste una regola ferrea: qualità, provenienza,controlli.

Qualità Alto Adige anche e soprattutto  per i vini. Parliamo d una delle zone vinicole più piccole d’Italia con una superficie di 5.400 ettari e  di ben 5.000 viticoltori distribuiti su terreni diversi e a quote che variano dai 200 ai 1.00 metri di altitudine. Una molteplicità di territori da cui nascono vini eccellenti tanto che oggi quasi tutta la superficie vitata è protetta dal disciplinare DOC. 20 tipologie di vitigni diversi, tanti per un territorio così circoscritto,  di questi più del 60%- percentuale in continuo aumento- sono coltivati a uve bianche tra cui spiccano il Pinot Grigio, il Gewurztraminer, lo Chardonnay, e il Pinot Bianco che da sole rappresentano il 70% di tutti i vini bianchi prodotti. Nomi  tra i più conosciuti in Italia e in Europa a cui si affiancano vitigni come il Sauvignon, Muller Turgau, Sylvaner, Kerner, Riesling e Veltliner. Tra i rossi oltre alle due varietà autoctone Schiava e Lagrein  vengono coltivati vitigni classici come il Pinot Nero che sta acquisendo grande notorietà,Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

Sette le  zone vinicole  con una produzione di 333.000 ettolitri l’anno,  per un terzo destinato all’esportazione. Una scheda  che completa l’alta qualità dei prodotti dell’Alto Adige anche in questo caso con regole ferree e senza sconti per nessuno!

Emanuela Medi, giornalista

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.