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Rubrica di Emanuela Medi
 

QUINTESSENZ: il nuovo volto della cantina Kaltern

In cerca di identità: non facile per  la CANTINA KALTERN, cantina storica nata nel 1900, la più estesa dell’Alto Adige, con ben 650 produttori su una estensione di 450 ettari  che con QUINTESSENZ, la nuova linea  arrivata quest’anno alla seconda edizione, ha dato la risposta più convincente e qualificata per i tanti piccoli e medi imprenditori  in cerca e finalmente trovato senso di appartenenza fatto di professionalità, passione, esperienza ai più alti standard qualitativi. 

La cantina Kaltern rappresenta un punto di forte coesione per i tanti produttori  ciascuno dei quali non raggiunge, per estensione, l’ettaro di terra, il 40%  possiede circa 4mila 500 metri quadrati!: coesione  che si realizza nell’impegno sociale  attraverso un  legame   di reciproco aiuto in caso di necessita. Coesione e frammentazione le due anime della cantina Kaltern: frammentazione perché  la proprietà come in tutto l’Alto Adige è frammentata, coesione perché la cooperazione è l’anima di ogni cantina sociale in grado di assumere costi e rischi del produttore in caso di necessità cui comunque viene riconosciuto  un giusto reddito, perché non dimentichiamolo  qui il protagonista è il vino e l’enologo figura di riferimento per l’intera  comunità vitivinicola. Cantina Kaltern una cooperativa ricca di sfaccettature raccolta attorno al suo magnifico lago naturale e balneabile (circa 150haper 4 metri di profondità massima) molto amato  dagli abitanti e dagli agricoltori locali. Ci fa da guida Andrea Moser, l’enologo della cantina la cui storia ha un pedigree di tutto rispetto: nata agli inizi del ventesimo secolo, oggi è  costituita dalla fusione, avvenuta nel 2016, di  2 cantine (Jubiläumskellerei e Bauernkellerei nella figura di Kellerei Kaltern; Erste, la prima cantina sociale del paese e Neue fusesi per creare Erste+Neue) cantine che raccontano le vicissitudini di una guerra e la separazione dall’Austria. Di queste la numero cinque, Baron Di Pauli, pur aderendovi è rimasta indipendente nel marchio e nella proprietà, in pratica costituisce la quinta cantina a formare la quintessenza di Kaltern.

Il panorama vitivinicolo

Certo che nella millenaria storia geologica della terra qualcosa è successo perché questo fazzoletto di terra che poi ha preso il nome di Alto Adige fosse così ricco e diversificato in fatto di altitudini, microclimi, composizione del territorio, correnti di aria, verde, presenza collinare il cui risultato, sempre nei millenni, è stata  la varietà dei vitigni, alcuni autoctoni che hanno dato vini superbi. Non sappiamo cosa sia questo qualcosa, probabilmente una serie di fattori che combinati con la natura della popolazione locale ha fatto loro comprendere il dono naturale ricevuto, che intelligentemente  hanno saputo tradurre in prodotti conosciuti nel mondo per qualità costante nel tempo. Siamo con Andrea Moser sopra Caldaro in una posizione ideale per vedere dall’alto il lago e spaziare con gli occhi lungo la vallata per almeno una decina di km.  Qui  si dipanano a varie altezze i vigneti  collocati a partire dai 240mslm fino ad arrivare ai 750mslm  con una escursione altimetrica molto ampia  cui corrispondono almeno 20 diverse varietá, alcune autoctone come Schiava (Kalterersee), Lagrein e Gewurztraminer, altre internazionali con la particolarità, per cui è famosa la cantina di Caldaro, della produzione di Cabernet Sauvignon , Cabernet Franc e Merlot nelle zone più basse esposte a  sud. Abbracciamo- dice Andrea Moser da perfetto tutor – quasi tutti  i microclimi che ci sono in Alto Adige tranne i più estremi come quelli della Val d’Isarco,  dove comunque siamo presenti con il Kerner e il Riesling di un nostro socio in un appezzamento situato a oltre  750 metri. Per tornare ai microclimi- dice Moser – abbiamo una fascia collinare (la viticoltura qui è esclusivamente collinare) compresa tra i 240-350 metri, esposta a sud, dove vengono coltivati Merlot, Lagrain e Schiava, salendo iniziano i primi bianchi come Pinot Grigio, Chardonnay, un poco di Gewürztraminer più corposo, aromatico con minore acidità, nella fascia superiore tra i 400 fino ai 550 metri Pinot Nero utilizzato sia per le selezioni che per le linee classiche commisto ai già citati bianchi ed al Moscato Giallo. L’ultima fascia, la più alta, è riservata al Sauvignon ed al Pinot Bianco per terminare con qualche appezzamento di Müller Thurgau e Riesling”

E il terroir chiedo?” Molto calcare da riporti morenici e qualche intrusione di porfido: terreni quindi sciolti, sabbiosi con  poco limo e assenza di argilla. Un territorio certamente variegato che trova nel clima una buona corrispondenza e contrappeso” Ancora un dono superbo e vincente, in questa vallata convivono felicemente alternandosi due correnti d’aria: L’ ORA proveniente dal lago di Garda, che percorrendo l’intera vallata fino a Bolzano, il pomeriggio asciuga l’umidità residua delle nebbie mattutine e favorisce la sanità delle uve e la corrente di aria fredda che proviene dal Massiccio della Mendola, quest´ultima investe gli appezzamenti più alti  verso est, inondati dalla luce per tutto il giorno, creando durante la notte quella  escursione termica notte giorno fondamentale per mantenere la giusta acidità delle uve bianche e di alcuni rossi come il Pinot nero.

Gli appezzamenti si dipanano poco più su del lago a partire da un boschetto ben visibile arrivando fino al “passo del coyote”, la famosa sella di cavallo che divide Caldaro dall’altra metà della valle a est, prima del lago a sud a ridosso della strada del vino distese di meli ben protetti dalle reti che impediscono alla grandine di distruggere i raccolti. Lo descrivo perché lo spettacolo soprattutto in una calda e solare giornata di luglio è assolutamente unico nella natura, nell’ordine quasi maniacale con cui sono divisi e ordinati i terreni vitati, i filari disposti sui terrazzamenti, disseminati da  case e casolari di contadina semplicità, impreziositi da fiori che solo il rispetto e la cura rendono di impeccabile bellezza. Non si nasconde certo Caldaro con la bella piazza gremita di turisti, molti in bicicletta. A Caldaro non manca certo il campanilismo: ordinatamente divisa in sette frazioni ognuna con la sua Chiesa e probabilmente il maggior numero di pompieri dell’Alto Adige!

QUINTESSENZ

La linea di punta della Cantina Kaltern parte da una necessità fortemente sentita: la comunicazione e focalizzazione sui migliori vitigni in grado di dare identità al territorio ed alla cantina. Il motivo,rileva Moser, è probabilmente da ricercare nella facilità con cui la maggior parte dei vitigni nella nostra zona produce vini di ottima qualità. “Si è voluta incentivare la produzione  di  alcune varietà- dice sempre Andrea Moser- come il Pinot Bianco nella zona di S. Nikolaus, il Sauvignon aPianizza di Sopra e la Schiava, qui denominata Lago di Caldaro -Kalterersee, nella zona di S. Josef, alla ricerca di una maggiore focalizzazione dei vini di Caldaro. Questa esigenza è molto sentita un poco dappertutto in Alto Adige ai fini della zonazione ormai in via di ultimazione e lo è maggiormente per la nostra cooperativa dopo l´ultima unione nel 2016 delle due grandi cantine sociali, ognuna con una propria comunicazione e con molte etichette. Quintesssenz è stata pensata, voluta e prodotta per fare un salto  in qualità e identità. Linea Premium formata da cinque vini, di cui tre i principali Pinot Bianco, Sauvignon e lago di Caldaro (Schiava in purezza), poi abbiamo il “ nostro” Cabernet molto apprezzato,selezione tra le più vendute e l’ex  Serenade ora Quintessenz Passito da uve Moscato Giallo. Potremo produrre di tutto ed a buoni livelli qualitativi – sottolinea l’enologo – invece abbiamo voluto piantare i vitigni giusti, nei microclimi giusti e con il contadino giusto che condivida le nostre scelte. Quando la zonazione sarà conclusa noi vi entreremo con la linea Quintessenz, composta da cinque vini provenienti ognuno da cinque zone distinte. “Una caratteristica fondamentale della nostra produzione viticola, è che il socio può aderire ad una delle nostre linee, sia essa classica, selezione o premium in base a quanto vuole investire nel suo vigneto ed in base alle caratteristiche disponibili per la produzione della massima qualità in termini di microclima, terreno, esposizione e vitigno.”.

Dimenticavo! Quintessenz a ricordo delle cinque cantine e delle cinque varietà che rappresentano perfettamente la zona!

Ultimi dati tecnici: nel 2018 sono state prodotte 4milioni e mezzo di bottiglie con un mercato al 70 per cento interno, solo un trenta per cento è esportato in Germania, America, Inghilterra e Giappone. Mala maggior parte del consumo è locale: in Alto Adige il bicchiere di vino è sacro!

 

Emanuela Medi, giornalista e sommelier

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