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Rubrica di Emanuela Medi
 

Quintessenz, Vial e Stern: Il volto bianchista di Cantina Kaltern

Sauvignon Blanc e Pinot Bianco. Due uve in quattro declinazioni: quelle che i 650 soci della più grande cantina cooperativa dell’Alto Adige, riescono ad ottenere mettendo insieme il “nec plus ultra” della loro produzione.

Con la linea Quintessenz e le selezioni Vial e Stern, la Cantina Kaltern, realtà indissolubilmente legata al più noto dei laghi altoatesini, intende mostrare al mondo l’altro volto del proprio territorio, ossia quello “bianchista“. E’ cosa nota, infatti, che il circondario del Lago di Caldaro sia un’enclave “rossista” in una regione dominata dai bianchi, in quanto il mite clima lacustre permette alla Schiava, al Lagrein e a varietà internazionali come Merlot e Cabernet Sauvignon di maturare in tutta tranquillità. In realtà, però, le uve rosse non superano mai  il limite dei 500 metri d’altitudine, oltre il quale ricompaiono i classici vitigni bianchi regionali, che beneficiano delle notevoli escursioni termiche e di una radiazione solare rafforzata dall’effetto rifrangente del lago. Su questi terreni d’alta collina, spesso contraddistinti da fitti strati di porfido e calcare dolomitico, il Sauvignon e il Pinot Bianco riescono ad esprimersi al meglio, attestandosi su livelli di acidità molto elevati senza rinunciare ad una certa ricchezza aromatica.


Degustazione
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Il Sauvignon “Stern” 2018:

Prima selezione da vigne collocate tra i 450 e 500 metri ed esposte a sudest, oscilla tra solarità italica e rigore mitteleuropeo. Aromi dolci di papaya, lemongrass e gelatina di pompelmo s’alternano a sbuffi fumè in un profilo più suadente e meno vegetale del consueto. L’acidità alta ma ben integrata conferisce dinamismo ad un sorso rimpolpato dalla quota di massa passata in botte grande – circa il 20% del totale – e suggellato da una tenace nota sapida.

 

Il Pinot Bianco “Vial” 2018:

è un’espressione soave e raffinata di quest’uva francese naturalizzata italiana. L’esposizione ad est e l’altimetria compresa tra 500 e 550 metri sono riflesse da un bouquet  improntato su sensazioni fresche di sali minerali, erbe di montagna, lime, melone estivo e pera. Il sorso rivela buon equilibrio tra moderata morbidezza alcolica e spiccata verticalità acido-sapida, e termina tra toni minerali e floreali che ne rafforzano l’identità alpina.

 

Il Pinot Bianco “Quintessenz” 2017 :

esprime, per l’appunto, la Quintessenza del territorio di St. Nikolaus, cru pedemontano dedicato al Pinot Bianco che nulla ha invidiare alla vicina Terlano e ai migliori terroir del Collio Friulano. Più dorato e più intenso del Vial, spazia tra aromi golosi di miele, zenzero candito, pera e cannella e sfumature più austere di gesso e polvere pirica. In bocca offre un connubio quasi “borgogneggiante” di acidità energica, nitida mineralità e apporto mai eccessivo del legno d’affinamento. Lascia in chiusura una lunga scia di sale, spezie ed erbe aromatiche.

 

Il Sauvignon “Quintessenz” 2017 :

ha un timbro simile al fratello “Stern”, ma è più potente e più profondo. La personalità alpina, austera, plasmata dai suoli porfidici di Pianizza di Sopra, è resa chiara dai toni ficcanti di sambuco, kiwi, bergamotto e pietra focaia. Le note morbide legate alla permanenza in botte grande sono solo accennate in questa fase, ma riescono a levigare, irrobustire e prolungare una gustativa giocata in verticale sul filo della freschezza e della sapidità, che sfuma lenta su toni affumicati e di pompelmo. Dei quattro vini è quello che necessita di più tempo per aprirsi, ma premierà chi saprà attenderlo.

 

Raffaele Mosca, Master Sommelier

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