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Rubrica di Emanuela Medi

In Italia ogni anno vengono colpiti da ictus 196.000 persone (Dati ISTAT). Si tratta dell’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato in un’area del cervello, che determina la morte delle cellule cerebrali. Risultato? Nella maggior parte dei casi il danno più comune è a carico del sistema motorio con perdita di controllo di un arto, perdita di coordinazione motoria o di precisione nei movimenti.

I metodi di riabilitazione attuali possono aiutare i pazienti a recuperare in parte il danno ma solo pochi riescono a tornare alla vita di prima. Quindi c’è sempre bisogno di nuovi metodi per poter aiutare queste persone a recuperare al meglio la loro autonomia.

L’idea di Antonio Cerasa, ricercatore del CNR, è di usare il cooking, come sistema di riabilitazione costante e intensivo. Cucinare,infatti, non è solo un lavoro, una passione, un hobby o un piacere. L’atto del cucinare racchiude dentro di sé tante di quelle piccole abilità che se prese singolarmente possono diventare un tesoro. Un tesoro per chi? Per chi quelle abilità le ha perse.

Riabilitare cucinando” è una nuova idea lanciata da Antonio Cerasa in collaborazione con il famoso Istituto di Riabilitazione Sant’Anna di Crotone e recentemente pubblicato a livello internazionale sulla rivista Journal of NeurologicalSciences.” La novità del metodo di riabilitazione- dice il neurobiologo- sarà di sfruttare le capacità di sequenziamento temporale, che il cooking possiede, per spingere i pazienti a concentrarsi su movimenti funzionali che abbiano un determinato scopo.”

A decidere il nuovo protocollo di riabilitazione per i deficit motori non saranno solo un neurologo, fisiatra, ingegnere o neuropsicologo. A dar loro una mano ci saranno gli Chef. Gli stessi su cui è stato scritto il libro che ha avuto molto successo Chef’s Brain.

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