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Rubrica di Emanuela Medi

Ricerche: Precision farming: il ruolo dei droni

La rivoluzione impressa nell’agricoltura dagli aeromobili a pilotaggio remoto è appena iniziata  e in molti si domandano quale sarà il loro futuro visto l’arrivo dei super sensori posizionati su macchine agricole. Ma andiamo per ordine: le tecnologie satellitari – su cui si basa gran parte del lavoro effettuato dai droni –  in viticoltura sono state utilizzate per le prime analisi di vigoria attraverso le foto satellitari. Un metodo di rilevamento decisamente costoso e una definizione non molto precisa delle fotografie che erano giustificate solo se fatte su grandi aree. Tanto è vero che le prime mappature furono fatte a livello di territorio. Fu la Franciacorta a sviluppare nel 2000 un progetto per fornire elementi sulla maturazione  delle uve e secondariamente a valutare la possibilità di sviluppare sistemi di gestione a dosaggio variabile per il vigneto. Lo sviluppo tecnologico a seguire consentì di abbassare i costi delle foto satellitari con la conseguenza che a utilizzarle furono non sono solo le grandi realtà ma anche la singola azienda. Lo sdoganamento però della viticoltura e della agricoltura di precisione si è avuto con il rilevamento a distanza  ravvicinata, possibile  sia con mezzi di terra ( quad o simili) sia già ora con i droni .Il MIT Technology Review ha recentemente pubblicato la lista delle dieci tecnologie applicate più interessanti nel campo della innovazione. Tra queste l’uso degli APR ( Aeromobili a Pilotaggio remoto) in agricoltura per migliorare la qualità delle coltivazioni grazie alla grande quantità di tipologie di sensori che possono essere caricate a bordo, come videocamere, sensori multispettrali, GPS, magnometri. Questi apparecchi possono essere programmati per effettuare voli in piena autonomia, senza il supporto di piloti a terra e la loro spesa può essere condivisa tra più soggetti. Economici, veloci, precisi non è ancora il momento per vederli svolazzare in grande quantità sui campi e sui vigneti ma le loro potenzialità sono molto interessanti e svariati   dal monitoraggio delle coltivazioni agli interventi di precisione su particolari aree o addirittura su singole piante .Il loro utilizzo in Giappone non è una novità: già oggi sono all’opera 200 apparecchi per le attività di “sprayng” sulle risaie. Possono fornire immagini a più alta risoluzione, immagini multispettrali in grado di dare una visione complessiva tale da mettere in evidenza le piante in salute e quelle stressate. In un vigneto possono essere formidabili alleati in ogni necessaria operazione che va dalla creazione dello stesso, alla raccolta delle uve: tutto può essere eseguito con l’assistenza del satellite o tecnologie di precision farming.  Il controllo satellitare  ad esempio accellera e semplifica la posa dei pali e delle barbatelle, anche la defogliazione può essere svolta tenendo conto del maggiore o minore vigore delle piante per conoscere in anticipo il valore qualitativo delle uve. A livello coltivazione è ampiamente utilizzato lo spandiconcime in grado di adeguarsi alle mappe di prescrizione grazie al controllo elettrico o idraulico dei piatti distributori o degli interratori. Così lo sviluppo dei sensori che misurano in tempo reale lo sviluppo della chioma e la gestione della stessa misurando il grado di prodotto da distribuire. Dalla potatura a operazioni anche amministrative e strutturali. Pericolosi? certamente no, anche per le recenti disposizioni ENAC: non devono superare i 70 metri di altezza e un raggio di manovra al massimo di 200 metri. Non molti conoscono il grande valore industriale di questo settore: sono molte e apprezzate le industrie italiane che producono strumenti di precisione e droni come l’Agrodon, il primo drone-contadino ideate nel nostro paese da due aziende specializzate: la Italdron di Ravenna, che ha fornito il drone, e la Adron Technology di Udine che ha realizzato il carico utile per le applicazioni in agricoltura . e poi ancora il Vrt di Cima, l’Ars di Ager tutti metodi di distribuzione e di coltivazione basati sui rilevamenti di vigore e sulle mappe di precisione e da ultimo ma non per ultimo i super- sensori collocati sulle macchine agricole che permettono in un unico passaggio di identificare e razionalizzare tutti i fattori produttivi necessari. Droni in crisi? Ma questa è un’altra storia.
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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.