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Rubrica di Emanuela Medi
 

Sempre più biologico: mille ettari di vigneto in Trentino

Non è più un settore di nicchia, il biologico sta crescendo in tutta Italia: in Trentino nel primo semestre del 2018 si è raggiunta la soglia del 1000 ettari, il 10% dell’intera superficie vitata provinciale. Un traguardo reso possibile dalla intraprendenza di molte aziende supportate dalle attività i consulenza tecnica e sperimentazione fornite dalla Fondazione Mach assieme al Centro di sperimentazione Laimburg.

D’altronde come osserva Enzo Mescalchin, responsabile del Dipartimento Ambiente e Agricoltura in montagna del Centro Trasferimento Teconologico, citando il rapporto ISMEA, nove famiglie italiane su dieci hanno acquistato durante l’anno prodotti biologici. Inoltre l’incidenza del bio sui consumi ammonta  al 3%ed il vino sta avendo un aumento di domanda interna ed estera

Alla tradizionale giornata svoltasi il 9 Agosto presso lo stesso Complesso San Michele di presentazione delle prove sperimentali in frutticoltura e viticoltura biologica , grande l’attenzione all’utilizzo del rame e sue alternative. Come ha detto Luisa Mattedi “ Analizzando lo sviluppo del grappolo a confronto con le diverse epoche di infezione della peronospera, presente quest’anno dal Trentino alla Sicilia,  data la difficile gestione di una vigoria fuori dalla norma dovuta ad una pioggia ben presente quest’anno dopo un siccitoso 2017, sembra che la difesa abbia funzionato meglio perché vi è una importante correlazione tra lo stadio dell’ingrossamento dell’acino e le infezioni tardive che se avvengono nel periodo in cui l’acino tende a schiudersi, rendono più scarso l’effetto del rame.” Sull’importanza del sovescio come fonte organica nel vigneto, ha riferito Roberto Zanzotti si possono modificare  i contenuti di azoto nel suolo, sulle foglie e sui grappoli. 

Claudio Chiricolo

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