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Rubrica di Emanuela Medi
 

Sensibile al piccante? Ci spiega tutto il progetto Italian Taste

Una volta tanto iniziamo dalle conclusioni: l’essere uomo/donna e alcuni tratti della personalità condizionano la scelta dei cibi piccanti

Strano? Non proprio: studi, meglio  il progetto Italian Taste (ne parleremo  fra poco), ha dimostrato che le persone che percepiscono in maniera più forte il piccante lo preferiscono di meno. Percezione e gradimento non “viaggiano” in parallelo ma sono fortemente  influenzati dai tratti della personalità. Per esempio, i maschi  più sensibili alla gratificazione apprezzano maggiormente il peperoncino. Mentre sappiamo che la neofobia, ovvero  la paura di un cibo che non conosciamo condiziona il piacere dello stesso (può non piacerci) e quindi svolge una barriera al consumo dei cibi piccanti. Questo sia per gli uomini che per le donne ma mentre le persone più neofobiche quindi più sensibili al disgusto percepiscono maggiormente l’intensità del piccante e ne traggono minore gradimento, riguardo la sensibilità alla gratificazione l’effetto è stato osservato solo sul gradimento ma non sulla percezione. “Questo ci lascia pensareosserva Sara Spinelli dell’Università di Firenze che potrebbero esserci dei tratti della personalità collegati a come sentiamo e dei tratti legati al significato che determinati stimoli hanno suscitato nella persona”.

E parliamo di Italian Taste: un progetto di ricerca della Società Italiana di Scienze Sensoriali finalizzato alo studio delle preferenze alimentari degli Italiani. Al progetto  svolto in collaborazione con 8 Università e numerosi Istituti di Ricerca, hanno partecipato 3000 persone. E’ durato 3 anni e ha raccolto importanti informazioni sui comportamenti, preferenze alimentari, sensibilità ai gusti, informazioni genetiche, variabili socio demografiche, in modo da costruire non solo un grande database, ma anche un quadro completo che sta alla base delle preferenze e comportamenti alimentari.

Sì, perché la cultura alimentare di un paese non può essere standardizzata e massificata ma è caratterizzata da scelte e preferenze individuali che in qualche modo sono condizionate da specifici caratteri ereditari (come ha evidenziato la recente ricerca scientifica) capaci a loro volta, di condizionare le preferenze dei prodotti alimentari. Chiari esempi sono alcuni indici fisiologici della sensibilità ai gusti come il numero di papille gustative e il PROP-status.

Studiare in modo sistematico il peso delle differenze individuali nella percezione del gusto dei prodotti alimentari  e sullo sviluppo delle preferenze – dice il presidente della SISS, Erminio Monteleone   significa sviluppare adeguate strategie per il miglioramento delle abitudini alimentari degli italiani”.

 

Emanuela Medi, giornalista

 

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