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Rubrica di Emanuela Medi
 

Sicilia in bocca a Roma: intervista a Paola, la signora che non voleva fare gastronomia

Bella certo lo è nonostante le non poche primavere, solare anche, vitale di più. Paola la signora che non voleva occuparsi di ristoranti nella vita ha fatto della gastronomia il suo punto di forza…volando.

Mia mamma – racconta Paola proprietaria di Siciliainbocca notissimo ristorante romano, ma che di romano ha solo la collocazione – aveva preso in gestione un albergo a Taormina che si chiamava Villa Serena, attualmente è la residenza di Diego Della Valle. Poi con mio padre avevano deciso di costruire un albergo, in realtà una pensione . Un successo, ma che fatica! Lavoravano tutto il giorno e gran parte della notte. Io mi dicevo: fare questa vita, mai!”.

“La mia prima ribellione fu quando quattordicenne andai a Parigi a studiare alla Sorbona, una scelta molto in controcorrente con la mentalità siciliana di allora , ma nella capitale francese viveva mio fratello, un genio, a soli 27 anni dirigeva ben tre alberghi della catena Forte: il Plaza Athenéé, il George, e Trémoille. Anche qui stessa storia, lavoro, lavoro e solo lavoro.. Non che io non volessi lavorare ma non nel settore della ristorazione o altro. Arrivò il 68 , meglio cambiare aria e andai a Londra , galeotta perché incontrai mio marito Enzo Certo messinese con la passione della cucina!. Incominciai a capire che- nemesi storica- la mia strada era quella… però non mi sono arresa e iniziai a volare con l’Alitalia, come capo gabina per 35 anni e 35 anni di volo non sono pochi ma sono riuscita a conciliare marito, figli e ..ristoranti.. era nel mio DNA”.

“Mio marito compra un Albergo a Taormina “Villa Bianca” a Mazzarò la spiaggia più famosa ,erano gli anni 77-78. Fu a quel punto che in una vita da girovaga tra alberghi, ristoranti, voli intercontinentali, faccio vendere l’albergo e torniamo a Roma. Nasce così Siciliainbocca, una scelta economicamente meno valida di Taormina ma più conciliante con il mio lavoro. Perché Siciliainbocca lei mi chiede: era il titolo di un libro di una mia amica e mi piaceva, un nome che ha portato fortuna a tutti noi. Dentro questa mura vive la Sicilia con le sue mattonelle in ceramica, le belle teste di Coffaro, le scritte, una certa opulenza tipica della nostra terra rappresentata dai fiori, dai limoni, aranci, quando possiamo anche dai profumi delle zagare”.

“Si sente odore di pistacchio e di cioccolato, si percepisce lo sfrigolio della frittura delle melanzane, la succulenza delle nostre paste! Io ne sono fiera perché chi entra da noi poi vuole non solo ritornare, ma chiede come è fatto questo e quello. Aria di festa e perché non dovrebbe esserci?”

“Azzurra e Vanessa le mie figlie nate rispettivamente nel 72 e 82 , dopo la morte del padre avvenuta 15 anni fa, sono entrare nella ristorazione capendo il valore di questo ristorante. Oggi sono affiancate da Carmine una grande spalla e un ottimo sommelier.Chi decide in cucina? Abbiamo due cuochi uno dei quali siciliano , si completano a vicenda. Io sono per i piatti tradizionali, Carmine e Azzurra sono innovatori. Ma a me chi me la toglie la pasta con le sarde, la caponata e gli involtini di melanzana.. dimenticavo e il tortino di pistacchi magari accompagnati dal Bianco di Nera di Milazzo!”

Ma c’è un segreto nel segreto?

Il mio rapporto con i dipendenti un rapporto particolare perché faccio di tutto per insegnare loro come comportarsi e questo è derivato dal mio lavoro come assistente di volo. Ogni equipaggio sul 747 era formato da 14 persone e di ognuno di loro dovevo capire il carattere, le capacità, per cercare di prenderne il meglio. E’ quanto faccio nel ristorante“.

E’ proprio vero che accanto a un grande uomo c’è sempre una grande donna.. solo che questa volta di mezzo c’è stato sempre stato… un grande ristorante.

Emanuela Medi, giornalista

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