E’ sempre più un bollettino di guerra: perdono tutti, ristoranti, bar, alberghi cantine, stabilimenti balneari.. per non parlare del turismo domestico tanto decantato ma già strozzato da mille regole.
Non si sa più cosa inventarsi: l’enoturismo deve fare i conti anche con le molte cantine che preferiscono non aprire per le troppe regole all’interno, il turismo di montagna che non sa se si possono fare i pic nic e quante persone possono percorrere un sentiero, il turismo lento che diventerà lentissimo tanto da scoraggiare i più, gli stabilimenti balneari alle prese non più e soltanto con gli ombrelloni ma con tutti i certificati che attestano se si è parenti, amanti, amici o chissà chi, ora nel mirino dei cervelli degli stanziamenti , gli agriturismi la cui riapertura è stata fissata dal il 8 maggio ma già Ismea che a fare i conti è bravissima prevede una crisi senza precedenti per il 2020 di circa 970 milioni di euro, pari al 65% del fatturato.
Questo è dovuto al crollo della domanda internazionale, con un 59% dei pernottamenti complessivi, che si traduce in mancati incassi stimabili in circa 700 milioni di euro. Senza contare la mancanza della domanda interna con una perdita di circa 200 milioni di euro