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Rubrica di Emanuela Medi
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CASTEL RINGBERG - Le foto raccontano, fissano e tramandano nel tempo la nostra storia  e la storia di Elena Walch da me chiamata la “ Signora dei vini dell’Alto Adige”  l’ho voluta raccontare in modo diverso : attraverso le immagini scattate mentre insieme abbiamo visitato alcuni dei suoi gioielli: a partire da quello che lei definisce un” castellotto” (nella foto) ricevuto nel 1927 dai nonni  donato  loro dagli Asburgo.

In cerca di identità: non facile per  la CANTINA KALTERN, cantina storica nata nel 1900, la più estesa dell’Alto Adige, con ben 650 produttori su una estensione di 450 ettari  che con QUINTESSENZ, la nuova linea  arrivata quest’anno alla seconda edizione, ha dato la risposta più convincente e qualificata per i tanti piccoli e medi imprenditori  in cerca e finalmente trovato senso di appartenenza fatto di professionalità, passione, esperienza ai più alti standard qualitativi. 

L’Alto Adige è una delle zone vinicole più piccole d’Italia, ma grazie alla sua ubicazione geografica, a cavallo tra la zona alpina e quella mediterranea, fra la cultura italiana e quella tedesca, è una delle zone di produzione più ricche di sfaccettature. In questa provincia, infatti, la viticoltura spazia dai vigneti a clima fresco collocati ai piedi delle catene alpine imbiancate di neve a Nord, fino agli appezzamenti inondati dal sole e circondati da ulivi e cipressi al Sud.

“Qualità è emozione, eccellenza è l’impressione di immergermi in qualcosa che mi deve coinvolgere, sia esso vino o dolce”. Spiega così Helmut Kocher, instancabile WineHunter, i caratteri del suo Winefestival, giunto quest’anno alla 26^ edizione. Oltre 4000 etichette di selezionate aziende produttrici, non meno di 450 case vitivinicole tra le migliori in Italia e nel mondo, 200 artigiani del gusto e 15 cuochi di spicco. La grande Kermesse inizia il 10, ma è preceduta il 9 dal convegno “Naurae&Purae” ai Giardini Trautmansdorff cui intervengono esperti del mondo del vino per rispondere alla domanda "Quo vadis? Food&Wine, the future is natural? Ovvero i vini del futuro risponderanno alla domanda della sostenibilità purezza e naturalezza. E’ ormai indiscussa la forte ascesa del mondo del bio certificato che secondo alcune statistiche di AssoBio, basate sui dati Nielsen circa l’andamento delle vendite biologiche, hanno dimostrato un +19% rispetto al 2016 e la crescita di realtà produttive un tempo di nicchia che producono con metodologia biodinamica”. "Con Bio&Dynamica - dice Helmut Kocher patron del Festival - ho voluto dare risalto a questo settore che sta in parte interpretando il futuro dell’enologia, attento a un concetto di garanzia che deve dare un azienda il cui prodotto finale viene acquistato dal consumatore.

Dal mio giro in Alto Adige non poteva mancare Alois Lageder , grande sperimentatore Altoatesino che ha recentemente lanciato la linea “ LE COMETE: un numero di bottiglie molto limitato a sugellare l’unicità e l’irrepitibilità di ognuna, come una impronta di DNA. Proprio come l’etichetta applicata a queste bottiglie che rappresenta appunto, una cometa disegnata a mano.. con un polpastrello!

“La mia filosofia? Saper vivere con buonumore, entusiasta della vita, senza eccessi e inutili rinunce. E’ come una pianta di vite che non ha bisogno di essere troppo carica di uve, ne di soffrire d siccità, di stress idrico, ma deve crescere in modo equilibrato ”. Saggio certamente lo è, deciso pure e con idee ben chiare, parlare con Hans Terzer, uno dei dieci enologi più famosi del mondo , è un privilegio ma soprattutto è il modo più diretto per capire i grandi vini dell’Alto Adige, unici, indiscutibili nella qualità e soprattutto.. i suoi, pluripremiati. Dove si è formato? “Sono figlio di piccoli contadini e già a 10 anni lavoravo nella cantina del paese in cui sono nato. Dalla formazione in cantina e poi in vigna, alla presentazione dei vini e loro commercializzazione. Dopo la scuola agraria, posso dire che a 18 anni il mio percorso era già tracciato ,ho avuto l’incarico di dirigere la cantina di sperimentazione agraria di Limburg. Una grande possibilità di crescita. Con il servizio miliare a 21 anni sono stato chiamato a dirigere la cantina di Appiano. Una sfida che è iniziata con un cambiamento radicale. Io sono uno che osserva molto ma senza dimenticare quello che